La Nuova Sardegna

la candidatura al “world heritage” 

Domus de janas all’esame della Commissione italiana Unesco

Domus de janas all’esame della Commissione italiana Unesco

SASSARI. È all’esame della Commissione Nazionale Italiana Unesco la richiesta di inserimento nella Lista propositiva italiana del sito “Arte e Architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus...

07 aprile 2021
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SASSARI. È all’esame della Commissione Nazionale Italiana Unesco la richiesta di inserimento nella Lista propositiva italiana del sito “Arte e Architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas”. Con tale richiesta è iniziato ufficialmente un lungo processo che, se positivo in tutte le sue fasi, porterà all’inserimento di 35 siti archeologici nella Lista del Patrimonio mondiale.

Il progetto di proporre la candidatura al World Heritage Unesco di alcuni significativi beni archeologici della preistoria sarda deriva dalla consapevolezza della loro consistenza e dell’alto valore scientifico. Avviato nel 2017, il progetto è stato presentato a Nuoro nel 2018 per la prima volta al Convegno internazionale di studi “Le domus de janas decorate: patrimonio dell’Umanità?”. L’ambito culturale proposto era quindi limitato ad una categoria di monumenti, gli ipogei funerari preistorici, cioè le domus de janas, presenti nel continente europeo e, soprattutto, nel bacino del Mediterraneo. Questo modello di sepoltura conta in Sardegna circa 3500 esemplari costituisce l’espressione funeraria ed artistica più rilevante del sistema culturale sviluppatosi nell’isola tra la fine del V ed il III millennio a. C. Almeno 220 di essi, inoltre, presentano figurazioni che per la qualità e la pregevolezza artistica contenuta, costituiscono un patrimonio pressoché unico al mondo, con una sola attestazione simile a Malta, nell’ipogeo preistorico di Hal Saflieni, monumento Patrimonio Mondiale Unesco.

Il comitato promotore, formato dal Cesim e dai Comuni di Ossi e di Alghero, sostenuto da un comitato scientifico, formato da archeologi di grande valore, ha stimolato il coinvolgimento delle amministrazioni locali, requisito previsto dall’Unesco che esige che le realtà locali si impegnino a garantire protezione e valorizzazione del patrimonio.

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