La Nuova Sardegna

Mario in redazione tra allegria e serietà, con un Oscar speciale

21 luglio 2021
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Mario amava il suo lavoro. Lo amava e quindi lo prendeva sul serio. La nostra non è una professione facile. Siamo continuamente esposti a sollecitazioni che hanno pochissimo a che fare con l'essenza del mestiere, che è quella di raccontare onestamente la realtà densa di contraddizioni dentro la quale scorre la vita degli uomini. In questo esercizio sempre sul filo del rasoio Mario era uno che non sbracava mai (...) Stava fermo ai valori nei quali credeva con coerenza estrema. Stava a sinistra e ci stava nel modo più scomodo. «Sono – diceva – l'ultimo bordighista in circolazione». Il modo migliore per non ricavare alcun vantaggio dalle sue convinzioni politiche (...) Era trasparente e corretto con tutti. Era leale, ciò che pensava te lo diceva in maniera diretta, non puntava mai a umiliare nessuno, solo a spiegare le sue ragioni. Le ragioni di Mario non avevano mai secondi fini (...) Sulla sua scrivania teneva la riproduzione di una statuetta dell'Oscar con una dedica firmata dal figlio, appena undici anni: «Oscar per la migliore interpretazione nel ruolo di fumatore. A papà da Daniele». Lui mostrava la statuetta con orgoglio, divertito. Mario era una persona positiva, amava la vita, amava tutto ciò che nella vita è bello e piacevole. La morte ha fermato il suo cuore, ma non ha cancellato la sua allegria.

(dall’articolo di Costantino Cossu, 17 maggio 2002)
 

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