«Vediamo il lato positivo il Covid allenta la presa»
Tra tantissime difficoltà anche quest’anno il Cala Gonone Jazz Festival, per il trentaquattresimo anno consecutivo, va in scena. Iniziato il 21 luglio con tre anteprime a Cagliari, proseguito dal 24...
29 luglio 2021
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Tra tantissime difficoltà anche quest’anno il Cala Gonone Jazz Festival, per il trentaquattresimo anno consecutivo, va in scena. Iniziato il 21 luglio con tre anteprime a Cagliari, proseguito dal 24 nella sede storica con cinque serate all’acquario, da domani il festival guidato da Giuseppe Giordano entrerà nel clou per gli ultimi tre giorni al teatro comunale con nomi altisonanti della scena internazionale, nazionale ed isolana.
Memore delle difficoltà dell’edizione precedente a causa della pandemia, in quella di quest’anno se ne sono aggiunte delle altre, di carattere economico. «Noi preferiamo sempre vedere il lato positivo – spiega lo stesso Giordano –. Fortunatamente è stato possibile allentare la morsa sul numero di partecipanti agli eventi, ed aumentare il numero consentito, fino ad un massimo del 50% della capienza. Questo significa che potremo portare fino a duecento persone nelle grotte del Bue Marino mentre l’anno scorso l’ingresso era consentito solo a cinquanta fortunati.
In questo modo siamo in grado di allestire gli eventi dentro il teatro per duecentocinquanta persone e mantenere un prezzo del biglietto basso, a 10euro(esclusi i diritti di prevendita ndr) per ciascuna serata».
Le difficoltà di carattere economico, che hanno colpito gran parte dei festival dell’isola, sono dovute al mancato introito del finanziamento da parte dell’assessorato regionale al turismo dello scorso anno. «L’assegnazione dei contributi con il “click day” è stata una vicenda incredibile – ha sottolieneato Giuseppe Giordano –. Ha creato un terremoto organizzativo senza pari nella storia degli eventi in Sardegna. A giorni dovrebbe arrivare la sentenza del ricorso e ci saranno delle sorprese positive per tutti gli organizzatori. Il mancato riconoscimento dei 60mila euro che ci è stato chiesto di spendere in anticipo, ha influito sulla gestione del festival su tutti i livelli. Nel mentre, anche quest’anno, abbiamo anticipato la stessa cifra per la promozione dell’isola. Un salto nel buio perché ancora una volta non ci è stata data nessuna garanzia. La regione deve comunque rendere qualcosa al territorio. Il ritorno economico sul festival è solo quella dei biglietti venduti mentre quello che viene speso dagli utenti sul territorio è davvero enorme».
Memore delle difficoltà dell’edizione precedente a causa della pandemia, in quella di quest’anno se ne sono aggiunte delle altre, di carattere economico. «Noi preferiamo sempre vedere il lato positivo – spiega lo stesso Giordano –. Fortunatamente è stato possibile allentare la morsa sul numero di partecipanti agli eventi, ed aumentare il numero consentito, fino ad un massimo del 50% della capienza. Questo significa che potremo portare fino a duecento persone nelle grotte del Bue Marino mentre l’anno scorso l’ingresso era consentito solo a cinquanta fortunati.
In questo modo siamo in grado di allestire gli eventi dentro il teatro per duecentocinquanta persone e mantenere un prezzo del biglietto basso, a 10euro(esclusi i diritti di prevendita ndr) per ciascuna serata».
Le difficoltà di carattere economico, che hanno colpito gran parte dei festival dell’isola, sono dovute al mancato introito del finanziamento da parte dell’assessorato regionale al turismo dello scorso anno. «L’assegnazione dei contributi con il “click day” è stata una vicenda incredibile – ha sottolieneato Giuseppe Giordano –. Ha creato un terremoto organizzativo senza pari nella storia degli eventi in Sardegna. A giorni dovrebbe arrivare la sentenza del ricorso e ci saranno delle sorprese positive per tutti gli organizzatori. Il mancato riconoscimento dei 60mila euro che ci è stato chiesto di spendere in anticipo, ha influito sulla gestione del festival su tutti i livelli. Nel mentre, anche quest’anno, abbiamo anticipato la stessa cifra per la promozione dell’isola. Un salto nel buio perché ancora una volta non ci è stata data nessuna garanzia. La regione deve comunque rendere qualcosa al territorio. Il ritorno economico sul festival è solo quella dei biglietti venduti mentre quello che viene speso dagli utenti sul territorio è davvero enorme».