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Sulle orme di Nivola

Sulle orme di Nivola

Magazzino Italian Art è un luogo generatore di cultura, di azione sul mondo: «L’arte bisogna vederla dal vivo – dice Spanu –. Non mi piacciono gli Nft i non-fungible token digitali che vanno forte...

24 ottobre 2021
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Magazzino Italian Art è un luogo generatore di cultura, di azione sul mondo: «L’arte bisogna vederla dal vivo – dice Spanu –. Non mi piacciono gli Nft i non-fungible token digitali che vanno forte adesso. Noi promuoviamo i giovani artisti, in questi giorni si conclude la performance di Cristian Chironi». Nella sua performance l’artista di Orani ha ripercorso con la sua 127 diversi luoghi dello Stato di NY, Magazzino è stata la tappa conclusiva. «New York Drive è una performance partecipativa – spiega Chironi – che vuole spingere le persone a incontrarsi per un momento unico di scambio e di dialogo: una pratica che, dall’inizio della pandemia, ci è diventata sempre più estranea. A bordo della Fiat 127 special Camaleonte solo saliti oltre ai passeggeri copiloti del mondo dell’arte; artisti, curatori, direttori di Musei»

«Sono impegnato anche come presidente dell’Advisory Board della Casa Italiana Zerilli-Marimò presso la New York University – aggiunge Giorgio Spanu –. Collabariamo inoltre con il Marist College (Università Marianista) i cui studenti studiano l’italiano attraverso le opere in mostra a Magazzino, scelgono un’opera e scrivono una tesina in italiano. Vogliamo mantenere vivo il mecenatismo del padre di Nancy, Robert Olnick – aggiunge Spanu –. La Onlick Organization continua ad elargire borse di studio per i ragazzi del terzo Mondo per questo abbiamo deciso di intitolare il nuovo padiglione del museo a suo nome. Abbiamo aperto Magazzino spinti dal desiderio di condividere la passione per l’arte contemporanea italiana e per quella del secondo dopoguerra e costruire un senso di comunità. Desideriamo dare modo alla collettività di prendere parte alla creazione di questo nuovo padiglione, per questo vogliamo affidarne la costruzione a manodopera locale e arrivare a coinvolgere il pubblico nell’offerta didattica che saremo in grado di proporre». Un grande successo sta riscuotendo la mostra “Nivola: Sandscapes” che Magazzino ha dedicato all’artista sardo che proprio a New York trovò rifugio dal fascismo. Anche l’incontro con l’opera di Nivola si crea dentro i nodi di relazione che Spanu riesce a creare: «Devo confessare che non conoscevo la figura di Nivola, nel 1995 conobbi alla sua mostra presso la Blum-Helman Gallery il fotografo Sebastiano Piras. Poi nel 1996 a “Artist exposed” dove acquistai alcuni lavori. “Devi assolutamente conoscere la sua famiglia e la sua opera”, mi disse. Così qualche anno dopo si presentò l’occasione di visitare la casa di Nivola per il restauro del murale di Le Courbusier. Nacque un’amicizia con Ruth, la vedova di Costantino, quando andammo via mi girai e vidi che lei e Nancy si abbracciavano: due donne ebree sposate con un sardo». La mostra presenta cinquanta opere di Nivola realizzate con la tecnica del sandcasting. «È stata utilissima per una riscoperta del lavoro di Nivola. Abbiamo esposto decine di maquette dei suoi progetti, era importante mappare il suo lavoro, così abbiamo commissionato una campagna fotografica a Marco Anelli. Da grande e sensibile professionista si è innamorato dell’arte di Nivola e l’ha cercata viaggiando per il Paese. Molto oltre la nostra committenza. È stata un’ importantissima ricognizione. Da questa nascerà presto un volume».

La Sardegna anche con un’altra grandissima artista Maria Lai: «Abbiamo collaborato nel 2019 con le Galleria Comunale di Cagliari per la mostra “Opera sola” e nei progetti di Magazzino c’è una mostra con l’Archivio Maria Lai di cui è presidente sua nipote, Maria Sofia Pisu».

(p.cu.)

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