La Nuova Sardegna

Un giornale non è solo avventura intellettuale e impegno civile. O meglio, non potrebbe esserlo se non fosse anche un’azienda, con il suo delicato equilibrio di costi e ricavi, la solida collaborazione tra giornalisti, tipografi, amministrativi, pubblicitari, distributori... La Nuova Sardegna rinata non faceva eccezione e si presentò ai lettori il 27 aprile 1947 con impianti moderni e appena installati. L’inaugurazione – viene ricordato nel primo numero in edicola – era avvenuta due settimane prima, domenica 13, «con una semplice cerimonia nei locali della nostra tipografia in via Attilio Deffenu», alla presenza di tutte le maestranze del quotidiano e delle massime autorità cittadine e provinciali.

«L’attrezzatura tecnica del giornale, che ci consentirà di offrire ai nostri lettori un foglio perfettamente aggiornato, è stata affrettata con lodevole sforzo dagli operai specializzati appositamente venuti da Milano, con la fervida collaborazione dei nostri operaie di altri meccanici di Sassari». In realtà la ripresa delle pubblicazioni era prevista qualche settimana prima, ma l’articolista spiega che «è stata ritardata da avvenimenti indipendenti dalla nostra volontà. Abbiamo dovuto mettere in opera un’attrezzatura tipografica completamente nuova. Il cattivo tempo del mese di marzo e le conseguenti irregolarità nei servizi marittimi con Genova, ci ha fatto pervenire con grande ritardo macchine e materiali indispensabili». E a proposito di costi e ricavi, un’immediata rassicurazione: «Coloro che hanno già inviato l’importo dell’abbonamento annuo riceveranno il giornale fino al 30 aprile 1948».