Tzikulate, a Nuoro padre e figlio cioccolatai Tavolette dalle Ande al Gennargentu
La pasticceria di viale Sardegna produce fondente all’alloro e finocchietto e al latte con il rosmarino
Invitante, golosa, calda e profumata: la Fabbrica di Cioccolato esiste davvero. Si trova a Nuoro ed è nata dall’intraprendenza di uno storico pasticcere e cioccolataio con oltre 30 anni di esperienza, Antonio Pintori, creatore del collaudato brand “L’Oasi Deliziosa”, e del suo giovane ma altrettanto appassionato figlio, Francesco.
È da questa fusione armonica tra due generazioni, con una visione della pasticceria moderna e raffinata, e uno sguardo attento ai sapori della tradizione, che nasce il marchio “Tzikulate”. Nome che non poteva non ispirarsi alla schietta parlata nuorese, e che - fin dalla sua comparsa sul giornale e nei social media, agli inizi del dicembre scorso - ha incuriosito estimatori della “limba” e dipendenti dal cioccolatismo. Ma il richiamo alla tradizione non si limita ai nomi dei prodotti stampati nelle accattivanti confezioni. Artigianalità ed essenza a chilometro zero sono una costante irrinunciabile per i maitre chocolatier nuoresi. Certo: la materia prima arriva dai verdi altipiani ai piedi delle Ande. «Abbiamo scelto la fava di cacao peruviana – spiegano Antonio e Francesco – perché, dopo vari tentativi, prove ed assaggi, ci siamo resi conto che il suo carattere morbido e deciso si sposa alla perfezione con i sapori della Sardegna e del Mediterraneo». E, a giudicare dal successo che stanno ottenendo le tavolette a chilometro zero, negli abbinamenti solo apparentemente azzardati – menta, alloro, finocchietto e camomilla (fondente), rosmarino, mandarino (latte), lavanda e timo (bianco) – il cacao delle Ande sembra essersi ambientato alla grande anche alle falde dell’Ortobene. I puristi che, invece, non riescono a rinunciare ai gusti tradizionali, possono sempre abbandonarsi ai sempre goduriosi “Pìkidu” (nero fondente al 75 per cento, come si evince chiaramente dal nome), “Bàju” (latte al 40 per cento) e “Nue” (cioccolato bianco). Le prime due da apprezzare, soprattutto in questo freddo scorcio d’inverno, anche come cioccolata in tazza, lasciate sciogliere in un bicchiere di latte, o anche solo acqua bollente. Ma l’incursione nella tradizione la si assapora tutta nella peccaminosa scioglievolezza delle creme spalmabili a base di mandorle. “Cucùja”: a Nuoro la mandorlètta, mandorla fresca, ancora con mallo. Una vera tentazione anche nella variante Cucùja amaricante, ispirata al tipico Amaretto sardo. C’è chi giura che, spalmata nel pane lentu o nel savoiardo, farebbe cedere all’istante anche la misteriosa Juliette Binoche di Chocolat.
Insomma: la scommessa dei Willy Wonka nuoresi, a giudicare dal successo tra gli scaffali della storica pasticceria di viale Sardegna, ma anche tra le enoteche e piccoli alimentari di qualità dell’isola, oltre alla pagina Facebook e al sito tzikulate.com, sembra decisamente vinta. E di recente lo ha dimostrato un San Valentino in cui il lavoro dei maestri è raddoppiato anche nella miriade di praline sfuse. Merito di una artigianalità a tutto tondo, ispirata alla formula “Bean to Bear”, dalla fava alla tavoletta, che parte dalla tostatura del cacao e fino al concaggio, passando attraverso la pelatura e la raffinazione.