Sardi nel mondo, lo chef Gianni Marras porta seadas e culurgiones in Indonesia
Nel suo ristorante “Piccola Italy” le pietanze isolane sono protagoniste: dai ravioli alle seadas ma anche le favette a ribisari. Tra i clienti calciatori, vip manager affermati e persino il sultano della Malesia
Di fronte al piatto 12mila chilometri di distanza non esistono più, Sassari, la Sardegna, sono lì davanti ai tuoi occhi, pronte a farsi mangiare. Chissà che cosa pensano i clienti nel leggere quel nome così strano: non sanno che le fave a ribisari proposte da chef Gianni sono la testimonianza di un amore unico, di una nostalgia di casa che a volte si fa più forte e che si combatte ai fornelli. E allora favette, ma anche melanzane, e poi culurgiones, malloreddus, ravioli, seadas con primo sale, gattuccio con agliata, pizza con fiori di zucca, crema di fave e zucchine. Le proposte variano alla “Piccola Italy”, quello che non cambia mai è la voglia di stupire i clienti con i sapori della cucina sarda. Siamo a Makassar, la capitale della provincia indonesiana del Sulawesi meridionale. Una città di oltre 2 milioni di abitanti dove Gianni Marras è diventato un’istituzione. È sassarese, ha 41 anni e da 14 vive e lavora in Indonesia: nel suo ristorante sono di casa autorità, calciatori di serie A, uomini d’affari ma anche tanta gente semplice, attirata dagli spaghetti aglio, olio e peperoncino che solo chef Gianni sa fare così buoni. «Il mio locale è per tutti – racconta – per chi vuole spendere tanto e per chi invece ha un budget molto limitato. Io realizzo piatti per tutte le tasche....ma le pietanze sarde no, quelle hanno un costo alto perché il valore è immenso e non può in alcun modo essere svilito. Chi mangia un piatto sardo deve sapere che sta gustando una storia, una tradizione, una terra, la mia terra». Orgoglio sardo che ha colpito anche il sultano della Malesia: «Sono stato scelto come suo chef privato per una settimana intera, ero emozionatissimo quando gli ho proposto i culurgiones. Ha apprezzato? Dal sorriso direi proprio di sì». E pensare che in Indonesia Gianni Marras è capitato un po’ per caso. «Avevo uno zio qui, l’ho raggiunto e ho iniziato a collaborare con lui. A Sassari lavoravo nel mondo della ristorazione ma non ero uno chef. Non avevo studiato per diventarlo. L’ho fatto qui. Mi sono diplomato alla scuola di cucina, nel frattempo ho fatto un po’ di esperienza e mandato il curriculum in giro.... Quasi subito sono stato contattato da un hotel a 5 stelle e dopo poco sono diventato executive chef. Il primo italiano a proporre cucina italiana, anzi molto sarda». La novità è piaciuta e ha attirato subito l’attenzione, in un mondo della ristorazione dove sino a quel momento a cucinare italiano erano solo cinesi. «Ho puntato sulla pasta fresca, la mia prima passione, anzi un’ossessione. E poi sulla pizza. Abbiamo fatto il botto, ristorante sempre pieno, tutte le sere la fila. I piatti erano originali e di qualità». Grazie soprattutto all’utilizzo di prodotti freschi, alle verdure dell’orto scelte da chef Gianni e coltivate per lui. Così il suo nome ha iniziato a essere popolare al punto che «mi hanno contattato dall’Università di Ciputra per tenere corsi di cucina. Insegno ad aspiranti ristoratori e ristoratori già affermati che vogliono aprire nuove attività e hanno bisogno di suggerimenti». Nel frattempo tra un impegno e l’altro Gianni Marras si è sposato con Shila e ha deciso di fare il grande salto: «Ho aperto il mio locale, la Piccola Italy, 30 coperti, menu che cambia spesso e alcune chicche: l’altra sera ho inventato i culurgiones con ripieno d i melanzane alla sassarese, la seada (che va a ruba) l’accompagno con una marmellata di fragole che preparo io. Alla faccia dei 12mila chilometri che ci separano, la Sardegna è qui».