“Nate sotto una cattiva luna” una storia d’amore e vendetta
Da oggi in libreria il nuovo romanzo di Salvatore Niffoi
Salvatore Niffoi rianima il suo Macondo barbaricino, fatto di meticolose toponomastiche, onomastiche e descrizioni di luoghi e personaggi leggendari, talmente fantastici da apparire immediatamente reali. Il romanzo è “Nate sotto una cattiva luna”, titolo con cui Salvatore Niffoi passa alla Nave di Teseo, con tutto il suo patrimonio di opere passate e future. «Ho trovato un ambiente accogliente – spiega l’autore di Orani –. Sono un poligamo letterario ma ho bisogno di certezze, di stabilità e del senso di appartenenza, la lunga amicizia con Elisabetta Sgarbi mi assicura tutto questo, possiamo definirlo un lungo amore che doveva approdare in un matrimonio dove le mie creature potessero crescere e camminare». Al centro della trama l’amore tra due donne, Paska Bachile e Basilia Pistichinzu.
«Avevo già scritto un racconto di amore e vendetta. Una storia che ho molto sentito in un’epoca remota (Il Bastone dei Miracoli, edito nel 2010, ndr)e anche un tributo a uno dei miei amori letterari: Guimarães Rosa. Quest’ultimo romanzo è nato in tempi non sospetti, mi frullava in testa e la pandemia mi ha aiutato. Avevo bisogno di raccontare due donne coraggiose, come sempre più moderne della società che le circonda. Quell’architrave femminile che reggeva il nostro mondo – spiega Niffoi –. Una storia d’amore tra due donne vissuta nella discreta intimità e non nella clamorosa esibizione. Ma appartengo a un mondo e a una generazione che reputa, ancora, la discrezione come una virtù».
Naturalmente intorno alle due donne si agita tutto un nido di vespe, il pregiudizio del potere mascolino. «Un universo ostile, il paese di Bodoloi da cui salvo solo l’anarchico Tziu Mercuriu Salippa, e le maestre di parto Donisia Carchina e Luisa Lentore. Poi come al solito mi sono concentrato in maniera pignola sui nomi, sui toponimi, sulla descrizione esatta della natura. Ma preferisco essere un onesto antipatico piuttosto che un simpatico coglione».
Basilia Pistichinzu, “una femmina abituata a fare tante cose in una sola volta”, sposa Venanziu Serathula e da questo matrimonio nasceranno sei figlie, nonostante questo l’amore di Basilia per Paska non si spegne. «Basilia possiede una carica esplosiva è più consapevole, Paska, invece, è una che ha più paura». Il destino delle figlie sarà anche quello della vendetta. «È come una commedia corale greca. Le ragazze cercano di estinguere il male con una tremenda lotteria della morte» precisa meglio Salvatore Niffoi, che come nel suo stile spiega il senso del lavoro con immagini, metafore, quasi un romanzo nel romanzo. «Eppure lascio al lettore il mistero della scoperta della bontà nascosta, sotterranea, dopo la ricerca del sangue, della vendetta come orgasmo finale, vendetta cercata come ossessione a cui dedicano la vita per riscattare l’amore della madre distrutto da un banda di belve. Il lettore deve cercare, intuire, partecipare».
La storia è ambientata sotto il regime fascista. «Il tempo aggiunge il senso di oppressione su questo amore. Ma il mio è il mondo universale del paese – conclude Salvatore Niffoi –. Un mondo senza calendario, dove il tempo è scandito dalla nascita, dalla vita e dalla morte, un ciclo continuo, ma naturale, reale, universale perché parla della guerra contro il tempo di tutti gli uomini, quel destino simile che ci accomuna perché ha come approdo finale la morte».