La Nuova Sardegna

L’intervista

Gabriella Carlucci: «Fu Miguel Bosè a volermi con lui a Sanremo. Lasciai Berlusconi per portarlo a dimettersi»

di Alessandro Pirina
Gabriella Carlucci: «Fu Miguel Bosè a volermi con lui a Sanremo. Lasciai Berlusconi per portarlo a dimettersi»

La conduttrice televisiva ed ex deputata oggi si occupa di cinema: «Mio padre fondò la scuola di aviazione di Fertilia e io sono nata ad Alghero»

10 febbraio 2024
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Ai tempi di “Buona domenica” l’avevano ribattezzata Wonder Gabry. Sono passati trent’anni ma quel nomignolo le calza ancora a pennello. Oggi non si lancia più dalla gru in spericolati bungee jumping, in compenso dopo anni di tv - e che tv, da Portobello a Sanremo - e anni in Parlamento, Gabriella Carlucci, seconda delle sorelle tra Milly e Anna, oggi si occupa di cinema ad alti livelli. Una nuova vita che affronta con la stessa grinta di quando saltava nel vuoto in tv. Gabriella, prima la televisione, poi la politica, ora il cinema.

Come nasce questa svolta?

«Nasce dalla mia attività in Parlamento. Io sono stata la prima a parlare di tax credit in Italia. Presentai la mia proposta di legge non appena eletta deputata nel 2001. Il governo di centrodestra non riuscì ad approvarla, arrivò Romano Prodi e io la ripresentai. Mi chiamò Willer Bordon: è una proposta eccezionale, serve al nostro cinema. E Francesco Rutelli, allora ministro, la inserì come emendamento alla Finanziaria. Io e Willer siamo quelli che hanno messo la firma su questa riforma importantissima».

Ora il cinema è il suo lavoro.

«Quando sono uscita dal Parlamento mi sono resa conto quanto fosse debole l’internazionalizzazione della nostra produzione cinematografica. Facciamo film che stanno poco in sala, scriviamo cose che spesso suscitano poco interesse negli altri Paesi. Proprio per invertire questa tendenza ho creato due eventi di cinema a Palma di Maiorca e a Belgrado, che nascono con l’intento di mettere insieme professionisti italiani e stranieri, fare nascere coproduzioni e vendere le nostre in quei Paesi».

Lei è nata ad Alghero.

«Mio padre era pilota dell’aviazione dell’esercito ed ebbe l’incarico di aprire la scuola di Alghero Fertilia. Fondò la scuola di elicotterismo, rimase per anni in Sardegna. Mia madre non lo raggiunse, se non per un solo anno, quando sono nata io. I miei mi hanno sempre parlato benissimo della Sardegna, avevano la casa sulla spiaggia...».

Il suo legame con l’isola?

«Sono stata tante volte ad Alghero, Cagliari, in Costa Smeralda. Quando presento il passaporto e leggono Alghero, Sassari in tanti mi dicono: anche io sono sardo o ho parenti in Sardegna. La Sardegna è un marchio famoso nel mondo. I sardi sanno quello che vogliono. Un sardo che porto ad esempio è Angelo Binaghi: basta vedere quello che ha fatto con il tennis».

Il suo sogno da bambina?

«Da sempre pensavo dovessi imparare le lingue per fare un lavoro che mi permettesse di viaggiare. Ragionavo così perché avevamo dei parenti americani e ogni volta che venivano, o andavo io, mi sembravano di un altro pianeta. Avevano le Barbie, i cornflakes, il bancomat. Un altro mondo. Io volevo poter viaggiare e così mi sono laureata giovanissima in Lingue. Ero pronta per un master quando Milly mi disse che Enzo Tortora stava cercando un’inviata che ogni settimana andasse a fare reportage per Portobello. Feci il provino e mi prese. Girai tutto il mondo. Da novembre a giugno, un anno magnifico finito in modo drammatico».

1983, l’arresto di Tortora.

«Stavo andando a fare un servizio con Milly, ci fermammo in un autogrill e nel televisore vidi Tortora in manette. Uno dei più gravi errori giudiziari di sempre. Purtroppo i giudici non pagano mai, lui per questo ci è morto».

A un certo punto in tv eravate tre Carlucci: ha mai pensato di cambiare cognome?

«Lì per lì non abbiamo mai pensato che il cognome fosse ingombrante. Avevamo però deciso di non fare mai niente insieme per non sembrare le sorelle Materassi. Solo agli inizi feci Azzurro con Milly e più avanti una serata per la Fiat tutte e tre insieme, cosa per cui ci presero in giro. Poi Anna si è messa subito dietro le quinte, lei voleva fare la regista e oggi è il braccio destro di Milly a Ballando. Io comunque ho avuto una carriere molto diversa da Milly: lei mai avrebbe fatto Buona domenica».

Nel 1988 primo Sanremo con Miguel Bosè.

«Quell’anno tutti i più grandi, da Pippo Baudo a Raffaella Carrà, erano passati a Canale 5. La Rai voleva a Sanremo Renzo Arbore, che all’ultimo rifiutò. Chiamarono allora Miguel Bosè, reduce da una fiction, ma lui disse: da solo non me la sento. Io ero già stata scritturata come inviata insieme ad altre. Gli sottoposero alcuni nomi e lui scelse me. Un’esperienza fantastica».

Due anni dopo ancora conduttrice con Johnny Dorelli.

«Fu ancora più eclatante. Era l’edizione di Adriano Aragozzini con tutti i cantanti stranieri, da Ray Charles a Miriam Makeba».

Sta seguendo il festival?

«Non ci riesco mai, ma Sanremo si guarda per i vestiti, le canzoni ti prendono dopo».

Quando si insinua la politica nella sua vita?

«Me ne sono sempre interessata. Quando Silvio Berlusconi scese in campo io facevo Buona domenica. Il Corriere mi chiamò per sapere cosa ne pensassi. Diedi un giudizio molto positivo. Mi piaceva il programma sulle tasse, sulla sburocratizzazione, sulla modernizzazione della scuola. In questo paginone gli unici di Canale 5 a mostrarsi contenti fummo io, Mike Bongiorno e Raimondo Vianello. Dagli altri peste e corna. L’indomani Berlusconi mi chiamò e mi propose di candidarmi. Non ero pronta, ma decisi di dare una mano. Mi iscrissi a Forza Italia e le campagne elettorali diventarono la mia scuola di politica. Poi nel 2001 arrivò l’occasione ed entrai in Parlamento».

Perché lasciò Forza Italia?

«C’era una grossa crisi economica, nel 2011 fummo richiamati dalla Ue e il governo diede risposte ridicole. Ero anche sindaco in Puglia e i cittadini me ne dicevano di tutti i colori. A quel punto decisi di fare la mia parte e come tanti altri lasciai il partito, portammo Berlusconi a dimettersi e arrivò Mario Monti».

Oggi per chi vota?

«Voto Giorgia. Ammiro la Meloni, ha salito tutti i gradini della politica partendo da zero. È una donna che si prepara, studia. E non deve dire grazie a nessuno».

Manca da tempo dalla tv: un programma a cui non direbbe no?

«Ho fatto cose straordinarie, ma oggi Buona domenica non la potrei rifare. E neanche il sabato sera. Milly fa Ballando, un programma eccezionale, ma non è nelle mie corde. Come non lo sono le chiacchiere da salotto. Potrei accettare un programma di approfondimento».

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