La Nuova Sardegna

Teatro

Arturo Cirillo a Cagliari e Sassari: «Il mio Cyrano più umano vive in un grande studio tv»

di Alessandro Pirina
Arturo Cirillo a Cagliari e Sassari: «Il mio Cyrano più umano vive in un grande studio tv»

L’attore e regista nell’isola con una versione rivisitata di Rostand. Sullo sfondo le canzoni del musical di Domenico Modugno

18 marzo 2024
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È un Cyrano de Bergerac molto diverso quello che Arturo Cirillo sta portando in scena nei teatri italiani e che ora sta per arrivare sui palcoscenici dell’isola. La storia, certo, è quella dello spadaccino uscito dalla penna di Rostand, ma l’attore e regista napoletano ha voluto aggiungere del suo, attingendo in parte dal Pinocchio di Collodi, quello della versione televisiva di Comencini, e anche dai grandi varietà del sabato sera con Delia Scala e Raffaella Carrà. Ma soprattutto nello spettacolo, che da domani 20 marzo a domenica sarà al Teatro Massimo di Cagliari e martedì 26 al Comunale di Sassari, riecheggeranno le canzoni del Cyrano di Domenico Modugno. Perché la passione di Cirillo per l’eroe romantico di Rostand nacque proprio quando vide a teatro il musical con mister Volare.

«Ero ragazzino, andai a vederlo con i miei genitori al Politeama di Napoli – racconta –. Rimasi parecchio colpito da quello spettacolo. Primo perché era una storia che non conoscevo. Secondo perché era una forma di spettacolo che allora si chiamavano commedie musicali in cui c’erano tante cose: la recitazione, il canto, il ballo, l’orchestra. Ed è proprio da quel musical che parte il nostro spettacolo». Il Cyrano di Cirillo, che come quello di Modugno si pronuncia come si legge senza l’accento sulla “o”, non è una riproposizione di quel musical che lo incantò da ragazzino, ma ne è stato sicuramente contaminato. «Lo spettacolo viene arricchito dalle canzoni del musical scritte da Riccardo Pazzaglia e poi musicate e cantate da Modugno, qualcuna anche da Catherine Spaak, ma non sono obbligatoriamente interpretate dai personaggi originari».

Ma il Cyrano dei Bergerac targato Cirillo subisce anche altre influenze, su tutte quelle del Pinocchio di Collodi. «Anche il burattino, come Cyrano, ha problemi con il naso e con la menzogna. Da ragazzino al San Carlo di Napoli vidi un’edizione spettacolare con Carmelo Bene, ma il Pinocchio a cui faccio riferimento è quello televisivo di Luigi Comencini con Nino Manfredi, Franco e Ciccio e Gina Lollobrigida nei panni della fatina. E così accanto alle canzoni di Modugno ho voluto anche quelle di Fiorenzo Carpi, autore della colonna sonora dello sceneggiato. Ho voluto dargli una patina nostalgica». A influenzare Cirillo in questa messa in scena è anche un altro ricordo della sua infanzia: i varietà del sabato sera, gli Studio Uno, le Canzonissime con Delia Scala e Raffaella Carrà. «Il mio Cyrano non si svolge in Francia come quello di Rostand, ma in una sorta di studio vintage televisivo. I nostri costumi sono paillettati come quelli delle soubrette. È uno spettacolo colorato e strutturato come un grande show del secolo scorso».

Ovviamente al centro dello spettacolo c’è il triangolo tra Cyrano, Rossana e Cristiano. «Il mio Cyrano è molto più umano dell’originale, meno spadaccino», dice ancora Cirillo, che in scena sarà affiancato da Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Irene Ciani, Giulia Trippetta e Giacomo Vigentini. Uno spettacolo che l’attore e regista ascrive al genere del teatro canzone. «Un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori, e riportarmi a quella vocazione teatrale, che è nata anche grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d’essere amato. Un uomo, o un personaggio, in fondo salvato dal teatro, ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato».

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