Apelido Branco, il vino portoghese che riscrive l’enologia lusitana
Meno gradi ma più freschezza per un prodotto senza confini
Sassari L’Alentejo sta alle più note mete portoghesi (Lisbona, Coimbra o l’Algarve, con cui pur confina e che da tempo è target turistico affemato) come certe aree dell’Appennino tosco-emiliano o dell’interno della Sardegna stanno ai fulcri della regione di pertinenza: vicine in termini di pura distanza, ma appartate in modo palese, e però marcate da un’aura d’integrità che oggi, quasi a compensare il passato, le rende uniche e appetibili. Sede di grandi menhir (lontani cugini degli archeo-tesori sardi), clima influenzato dall’Atlantico che lo bagna a ovest (a est c’è l’Estremadura spagnola), a lungo segnato dall’emigrazione (altra analogia con certe aree nostrane), l’Alentejo spinge ora con sempre più vivacità sulla nuova scena del vino portoghese (c’era una volta il solo Porto e il solco nobile ma pur sempre limitato dei vini fortificati ispirati dal mercato inglese: ora tutto è mutato) con esempi peraltro del tutto coerenti con la sua matrice e immagine. Prodotti, cioè, che ne rivendicano l’aura in qualche modo ancestrale, ma al tempo stesso risultano, nel panorama sempre più globalizzato dell’eno-mercato, estremamente attuali.
Un esempio? Il bianco Apelido (alla lettera: cognome, ma anche “nickname”, nomignolo), firmato da Miguel Louro, debutto in produzione nel 2010, sette etichette in catalogo, massimo rispetto in vigna e interventi al minimo in cantina, è un mosaico di uve Alvarinho (l'Albariño spagnolo, già protagonista a suo tempo della saga del Vinho Verde), Arinto (autoctono ad alta acidità), Gouveio (il Verdelho di Madera, usato anche nel Porto Bianco, agrumato e dai vaghi ricordi di anice) e Roupeiro, altro indigeno dai delicati toni fruttati. Fesco, teso, delicatamente profumato, misurato sul fronte alcol (poco oltre i 12°) e dunque in linea coi desideri di levità alimentati dal mutamento climatico, ha finale nitido e “concreto” (qualcuno direbbe: minerale) e si propone dall’aperitivo ai crudi di mare, dai finger food alle insalate in modo tanto definito quanto non banale. E sorridente anche nel prezzo: per il pubblico appena sopra i 12 euro.