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Sassari e il Covid: indagine sull’impatto della pandemia

di Paolo Ardovino
Sassari e il Covid: indagine sull’impatto della pandemia

Uno studio curato da Tognotti, Pirino, Bandiera e Montella

10 novembre 2024
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Dopo aver vissuto un evento di portata storica, è arrivato il momento di studiare le conseguenze che ha avuto e l’impatto prima di tutto sulla vita delle persone. Si concentra sullo sguardo locale e quindi su Sassari il volume “Al tempo del covid”, a cura di Eugenia Tognotti, Alessio Pirino, Pasquale Bandiera e Andrea Montella.

Si tratta di una raccolta di immagini, commenti, osservazioni e un’attenta indagine di stampo sociologico. Si parte dalla storia, perché di pandemie ne hanno scritto penne celebri «da Tucidide a Boccaccio, da Daniel De Foe ad Axel Munthe, da Albert Camus a Gabriel Garcia Marquez», ma la storia ci ha toccati in prima persona nel 2020 divenendo realtà e racconto dell'attualità. Nelle pagine del volume, realizzato con il contributo della Fondazione di Sardegna ed edito da Edes, Eugenia Tognotti con le parole di Giovanni Siotto Pintor ricorda come Sassari, nel volume di storia dal 1798 al 1848 del magistrato, politico e scrittore, fosse per tutti città «per pestilenze famosa». Sei epidemie dal XVII secolo al 1652. Però anche qui qualcosa lontano nel tempo. Invece il 2020 ha catapultato tutti tra pagine che solo adesso leggiamo rivolgendoci al passato. Un passato distante pochissimi anni. Il lavoro del gruppo del Centro studi antropologici, paleopatologici e storici dei popoli del Mediterraneo affronta infatti l’ondata di Covid in tutte le sue sfaccettature. Parte alla lontana, dalle prime pagine di giornale e dagli interrogativi comuni che guardavano alla Cina. Poi si fa presto a passare alle istantanee dei grandi carichi di mascherine che hanno percorso la via della Seta fino ad arrivare ai reparti dei nostri ospedali. O nelle tende issate fuori dai Pronto soccorso.

Un capitolo centrale è quello relativo al periodo di quarantena e restrizioni prolungate visto dagli occhi dei giovani. Arcangelo Uccula, dell’Università di Sassari, ha esplorato l’esperienza vissuta dagli adolescenti con domande a un campione di 122 studenti delle scuole di Sassari, con un’età media di 14,84 anni. Nei cambiamenti delle abitudini, il 45,8% dei maschi e il 44,6% delle femmine hanno rilevato un aumento dell’uso dei social media - e un terzo delle ragazze ha ammesso anche un cambiamento delle abitudini alimentari. Il 52% dei maschi e il 67,6% delle femmine hanno inoltre confermato una consistente riduzione delle relazioni con amici e compagni.

Effetti negativi acuiti e confermati dal sondaggio sulle emozioni prevalenti (spiccano tristezza al 34% e ansia al 26%). «Una possibile spiegazione è che i fattori di stress legati al Covid-19 potrebbero aver messo a dura prova le risorse psicologiche e di coping di alcuni giovani, portando a fluttuazioni negli stati emotivi che potrebbero aumentare la loro vulnerabilità», osserva in conclusione lo studioso.

Infine è preziosa la parentesi documentaristica tratta dal “museo virtuale della quarantena" che immortala protagonisti e scenari «dal soccorso alla cura». Percorsi covid, stanze di terapia intensiva, infermieri e medici bardati, respiratori, tamponi, laboratori, luoghi centrali di Sassari deserti durante marzo e aprile 2020. L’arcivescovo Gian Franco Saba che comunica con un walkie talkie con i pazienti di malattie infettive. I banchi vuoti delle biblioteche universitarie.

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