Sani inclusivi e pop, da Pichi una scelta di 85 gusti: «Natura, scienza e passione»
Christopher Corrò di Sant’Antioco e Sara Locci di Iglesias hanno deciso di tornare dalla Germania per aprire la gelateria
Ricotta, mirto e moscato. Caramello salato inverso. Nocciola Grifondoro, Pozione Polisucco, Fizzing Icebomb (dalla linea Harry Potter). Chiudete gli occhi e cominciate ad assaggiare i gusti della gelateria Pichi, aperta un due anni fa a Iglesias dagli emigrati di ritorno da Colonia, in Germania, Christopher Corrò, 41 anni di Sant’Antioco, e la moglie 37enne di Iglesias, Sara Locci. Sprofonderete in paradiso sentendo il sapore intenso della nocciola del Cosentino di una dolcezza infinita, vi sembrerà d’essere su un’isola deserta assaporando la freschezza del pistacchio mawardi (iraniano, turco, spagnolo o siciliano) macinato col mulino a pietra, fino tornare nelle terre sarde dei mandorleti in fiore, dove nasce il loro gusto iconico, fra i più richiesti, “L’Oro di Sardegna”: «Cantuccini senza glutine con le mandorle che si tuffano nel gelato, anche questo di mandorle, che facciamo sposare allo zafferano».
Quando lavorava nella città con un milione di abitanti, è arrivato a creare fino a cinquecento gusti, mille chili di gelato a settimana, per un fatturato di 900mila euro all’anno. Però, non chiamatelo maestro: «Sono un tecnico gelatiere, nato per caso, perché mi sono laureato in biologia. Poi decisi di trasferirmi in Germania a lavorare nella gelateria del veneto Giacomo Ferigo, maestro gelatiere allievo di Donata Panciera, dove ho imparato l’arte del gelato naturale, diventando poi socio».
Nel frattempo Sara coltiva la sua passione per la pasticceria moderna. Il resto è una scommessa già vinta (140mila euro di fatturato nel 2023) conquistato nella nuova gelateria che si affaccia in una delle piazze più antiche della città mineraria, punto di riferimento culturale per generazioni di iglesienti e non solo: «Nel 2010 siamo scappati dalla Sardegna in crisi.Con la nascita di nostra figlia, nel 2023 siamo rientrati per darle radici e valori profondi e per dar vita a questa attività sfruttando la fiscalità di vantaggio per i rimpatriati. Co un investimento di 250mila euro eccoci qui». I gelati vengono realizzati con un macchinario “a vite di Archimede” «che non ha nessuno in Sardegna» e che «consente una microcristallizzazione fine, una texture setosa, un over run basso e ridotti zuccheri».
Tavolini e giochi per i bimbi nella sala colorata da coni giganti e uno splendido murale di frutta realizzato da un giovane writer iglesiente. Il laboratorio artigianale di gelateria naturale “Pichi”, in piazza Pichi a Iglesias, è decisamente “inclusivo”: «Tutti i nostri prodotti sono naturalmente senza glutine. Garantiamo sicurezza, formazione e pulizia contro ogni contaminazione. Offriamo anche gusti senza lattosio, vegani e a basso indice glicemico, adatti a chi soffre di diabete. Pensato per accogliere e rispettare ogni esigenza». Dall’oro di Sardegna alla cassata di Pichi con ricotta di pecora sarda, frutta candita a pezzi e fondente 70%. Casu Axedu al moscato sardo con composta di mirto. Cioccolato rosa Ruby con marmellata di fichi neri ( solodi stagione).
«Il nostro gusto Aranzada è creato con una pasta di mandorle sarde, scorze di arancia candite e con marmellata di arance locali e miele sardo». Usano solo materie prime fresche e selezionate: «Nessun aroma o colorante artificiale. La frutta secca viene tostata e macinata in laboratorio con mulino a pietra. Variegature, marmellate, glasse, coperture e biscotteria (tutta senza glutine) sono autoprodotte o affidate ad artigiani locali». Oltre il gelato: dessert, semifreddi e dolci emozionali: «Sara firma la linea di pasticceria fredda: semifreddi, torte gelato, colombe artigianali, creme spalmabili e brioche con lievito madre. I nostri dessert al piatto mantengono struttura e temperatura, offrendo combinazioni come Oro di Sardegna e Amaretti Sardi con gelato e caramello al moscato». Un gusto costa un euro e ottanta centesimi: «Un prezzo che non abbiamo aumentato e che rimarrà per ora tale». Quello di Christopher e Sara «è un ritorno. Ma soprattutto, è un inizio. A volte si parte per imparare. Altre, si ritorna per restituire»