La Nuova Sardegna

L’intervista

La cultura contro il divario sociale, Francesca Schianchi: «Studiare è un diritto»

di Caterina Cossu
La cultura contro il divario sociale, Francesca Schianchi: «Studiare è un diritto»

La giornalista ospite a Oristano del festival dello sviluppo sostenibile

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«Mi reputo fortunata. Vengo da un piccolo centro in provincia di Parma che conta circa 5mila abitanti, ho tante conoscenze e amicizie che per questioni di disuguaglianze non hanno avuto le mie stesse possibilità. Pur facendo oggi una vita magari felice o appagante, a monte non hanno potuto perseguire una loro inclinazione, un loro sogno, non hanno potuto studiare in una grande città per ragioni di costi. Rischiamo di percepirle come la normalità, invece non lo sono e non debbono esserlo. È un tema che colpisce trasversalmente tutta l’Italia in realtà e riguarda la possibilità di accesso a esperienze e opportunità. Prestare attenzione a piccolissimi centri vuol dire ridurre il rischio che le diseguaglianze si approfondiscano, che diventino un gap insormontabile». Francesca Schianchi, giornalista del quotidiano La Stampa e volto noto del programma Propaganda Live su La7, sarà questo pomeriggio a Oristano per la quarta edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile organizzato da Legacoop Sardegna, "Immagina. Perché domani", che girerà intorno al tema della cultura e delle diseguaglianze. La sua lectio magistralis al Chiostro del Carmine, che ospita UNO - l’Università a Oristano, riguarderà il ruolo della cultura quale grimaldello economico e sociale. «Non sapevo di essere ospitata in una sede universitaria decentrata, è un grande piacere. Luoghi come questi sono preziosi investimenti per gli studenti di tutta Italia, la politica nazionale deve garantire in ogni modo l’azzeramento delle diseguaglianze economiche che impediscono il diritto allo studio. Ho seguito con grande interesse e passione la protesta delle tende, è una protesta che rimanda alle grandi problematiche del mondo del lavoro povero».

Il suo lavoro di giornalista riguarda soprattutto l’analisi dei dati. «La Caritas ci dice che nel 2024 su 278 mila assistiti, uno su quattro ha dichiarato di essere occupato. Si tratta di una denuncia sociale enorme, se hai un lavoro e uno stipendio ma non riesci a fare una vita dignitosa, è evidente che c’è un problema gigantesco di salari». Il grande pubblico la conosce per il suo Spiegone a Propaganda, che da poco ha compiuto 2 anni. «È un lavoro di squadra, anche se riesco ad adattarlo alle mie sensibilità. Ci sono temi di cui sento l’urgenza di parlare, come la violenza sulle donne, che ovviamente va portata all’attenzione perché è disarmante e inaccettabile quel che accade nel nostro Paese».

«I reportage di Diego Bianchi, oltre ad avere un suo taglio personalissimo, portano in prima serata storie e persone che altrimenti, forse, non racconterebbe nessuno, essendo a volte laterali o periferiche, ma che invece danno uno spaccato molto interessante e variegato di quel che succede in Italia». Quanto è ancora vero che il giornalismo è un mestiere da maschi? «Sempre meno, tante colleghe oggi coprono settori tra i più vari e con ruoli di rilievo. Numericamente la presenza maschile è più forte, ma è una statistica che accomuna ogni settore». 

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