La Nuova Sardegna

L'intervista

Il ritorno di Nicola Nite: «Stop insulti, nessuno tocchi i Tazenda»

di Francesco Zizi
Il ritorno di Nicola Nite: «Stop insulti, nessuno tocchi i Tazenda»

L’ex cantante della storica band oggi nei Modà: «Ho scoperto diverse neuropatie che mi hanno obbligato a rinunciare al ruolo di frontman. C’era il rischio di dover annullare numerosi concerti: ho fatto una scelta anche nel rispetto dei tantissimi fan che ci seguono»

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Ha debuttato con i Modà davanti a 56mila persone, l’ex frontman dei Tazenda Nicola Nite. Dopo un periodo di silenzio lontano dai riflettori del palcoscenico e dei media, Nite ha deciso di raccontare gli ultimi difficili mesi.

Nicola, come è stato entrare nei Modà e debuttare sul palco di San Siro?
«È stato incredibile, non entro a far parte della formazione, che è già solida da 20 anni, ma entro semplicemente per dare una mano alla band con i cori e con le chitarre, ma soprattutto speravo che la mia presenza non destabilizzasse il gruppo. Ho maturato questa decisione circa due mesetti fa, chiacchierando con Kekko».

Dopo 13 anni, ha lasciato i Tazenda, come ha vissuto il momento della separazione?
«È stato dolorosissimo. I Tazenda sono una grande famiglia che va dagli addetti ai lavori ai singoli fan che ci abbracciano in tutte le date. Con loro abbiamo percorso una strada lunga quasi quindici anni, siamo cresciuti insieme con Gigi e Gino, loro ovviamente sapevano tutto delle mie condizioni di salute. Continuare a fare i concerti sapendo di dover concludere il percorso è stato faticoso, avevo le lacrime a ogni data, ma ci siamo presi il tempo giusto per dirlo ai nostri fan».

Che tipo di problemi ha avuto?
«Diverse neuropatie che mi hanno obbligato a rinunciare al ruolo di frontman in qualsiasi contesto. Ho letto tante cose e tanti commenti sul fatto che la mia fosse una “scusa” per poter andare a suonare con i Modà, ma non è assolutamente così. A livello fisico è molto più impegnativo fare 60 date con i Tazenda, da frontman, piuttosto che aiutare Kekko con i cori e con le chitarre. E poi, essendo solo di supporto non c’è il rischio che si debba annullare il concerto solo a causa della mia salute, cosa che, vedendo il nuovo ricco calendario dei Tazenda, sarebbe stato molto probabile».

In che rapporti è rimasto con i suoi ex colleghi?
«Ovviamente benissimo, sono felicissimi della scelta e ci sentiamo spessissimo».

I Tazenda tra l’altro hanno dei fan particolarmente esigenti...
«La mia preoccupazione era anche quella di non deludere loro, nel rispetto di tanti ragazzi e ragazze che ci hanno sostenuto ovunque».

Cosa ne pensa della nuova cantante?
«Serena è bravissima, ho detto a Gigi che hanno trovato la soluzione giusta. Non ha senso cercare qualcuno che imiti me o Andrea Parodi, ma in questi casi è giusto fare un cambio netto. A proposito di questo vorrei dire una cosa: non toccate i Tazenda. Ultimamente ho letto cattiverie sui social di tutti i tipi, specialmente sulla nuova voce della band. Vorrei dire a tutti loro che dietro gli schermi ci sono uomini e donne che lavorano e che hanno una sensibilità, adesso basta!».

Lei ha lavorato anche con Alvaro Vitali, recentemente scomparso...
«Nei miei 35 anni di musica ho lavorato anche con lui, la sua scomparsa mi ha lasciato un’immensa tristezza. Lunga vita ad Alvaro».

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