La Nuova Sardegna

L'intervista

Rossella Brescia e la Sardegna: «Terra genuina, selvaggia, autentica come piace a me»

di Alessandro Pirina
Rossella Brescia e la Sardegna: «Terra genuina, selvaggia, autentica come piace a me»

La ballerina, attrice e conduttrice radio-tv protagonista del festival Andaras a Iglesias

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La danza, la tv, il teatro, la pubblicità, la radio, il cinema. La carriera di Rossella Brescia è un curriculum lungo trent’anni. Un puzzle che mette insieme tutto lo spettacolo e che continua ad aggiungere pezzi. E proprio in occasione di questo importante anniversario la ballerina, attrice e conduttrice pugliese arriva in Sardegna, all’Andaras festival, dove domani, 17 luglio, sarà protagonista di due diversi appuntamenti: alle 19 a Iglesias, in piazza Lamarmora, prenderà parte a un incontro di Amnesty International, e alle 22, sempre a Iglesias, ma al Chiostro San Francesco, presenterà il film “Jastimari”.

Rossella, tre parole per definire questi 30 anni di carriera?
«Sicuramente l’entusiasmo che non è mai venuto meno. E poi tanto lavoro, fatica, sudore. E infine l’avere fatto tutto sempre in punta di piedi nel vero senso della parola, oltre che in senso figurativo».

La danza era il traguardo di Rossella bambina?
«In realtà, non volevo fare la ballerina. Volevo fare qualcosa più vicina all’interprete in teatro o in tv. Ai tempi non c’era Youtube e si guardava tanto la televisione. Ricordo la “Maratona d’estate” di Vittoria Ottolenghi con Alessandra Ferri che ballava con Mikhail Baryshnikov. La danza mi ha folgorata. Mi piaceva immedesimarmi in un ruolo, diventare un’altra cosa. Ma anche quando ero piccola facevo le imitazioni...».

Il suo primo palco è stata la televisione?
«La tv mi ha dato la grande popolarità, ma il primo palco è stato il Festival della Valle d’Itria a Martina Franca. Insieme a me faceva la comparsa un futuro grande regista come Leo Moscato. Eravamo tutti ragazzi con dei sogni. Questo festival mi è rimasto nel cuore. E mi pagavano pure anche se ero molto piccola».


Da 18 anni lavora a Rds. Cosa è per lei la radio?
«Ormai fa parte di me. Ogni mattina c’è un bellissimo scambio di affetto tra gli ascoltatori e noi: io, Baz e Ciccio Valenti. È come dare la carica a chi sta per alzarsi e iniziare la giornata. In tv mi conoscevano come ballerina, la danza ha quel rigore che ti dà una immagine diversa, quasi come se una se la tiri. Ma in realtà nella vita io sono come in radio».

In radio ha anche dimostrato di essere un’ottima imitatrice. Sophia Loren su tutte. Ha mai avuto riscontri?
«Una volta mi ha scritto la nipote, Alessandra Mussolini. Sophia la faccio da sempre, vedevo i suoi film con papà, la imitavo in casa e me la sono portata dietro».

Le manca la televisione?
«Mi mancano progetti che magari potrei fare. Ma alla fine c’è tanto teatro, c’è il cinema. Non demonizzo la tv, anzi la ringrazio per tutto quello che ho fatto, le persone che hanno creduto in me. La tv dà tanto alle persone anziane che sono a casa, a chi si appassiona. Nella vita ci vuole un po’ di leggerezza. Anche un po’ di sano trash».

Ora il cinema: “Jastimari” di Riccardo Cannella.
«Ballando di meno capita di fare anche altre cose. Ed è arrivato il cinema. È stata una esperienza molto bella, c’è stato molto studio, approfondimento. È tutto girato in arbëreshë, una lingua antica che non conoscevo ma che ancora oggi si parla in alcune zone del Sud Italia».

Per la prima volta un ruolo drammatico.
«Sono una madre che deve difendere i propri figli a qualsiasi costo, anche scegliendo strade forti, facendo del male ad altre persone, per la sopravvivenza».

C’è ancora il cinema nel suo futuro?
«Ho appena finito “Sono Francesco” di Daniele Ciprì scritto con Arnaldo Colasanti».

A Iglesias sarà presente anche come testimonial di Amnesty International.
«Troppe discriminazioni nei confronti delle donne nei paesi in guerra. C’è una sorta di apartheid di genere inaccettabile. È una ossessione verso le donne. Sono felice di confrontarmi con Sadaf Baghbani: ci siamo conosciute e ci siamo trovate. Sarà l’occasione per ribadire come tutte queste donne stanno combattendo con l’arma più potente a disposizione: l’amore».

Qual è il legame di Rossella con la Sardegna?
«È una terra genuina, selvaggia, autentica come piace a me».
 

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