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Sardegna sul grande schermo: il film sul pastore Ovidio Marras apre la Festa del cinema di Roma

di Fabio Canessa
Sardegna sul grande schermo: il film sul pastore Ovidio Marras apre la Festa del cinema di Roma

“La vita va così” di Riccardo Milani inaugura la kermesse, nel cast Virginia Raffaele, Diego Abatantuono, Aldo Baglio e Geppi Cucciari

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L’anno scorso il film d’apertura era stato “Berlinguer - La grande ambizione” di Andrea Segre, nell’edizione 2025 che si svolgerà dal 15 al 26 ottobre l’onore di inaugurare la Festa del cinema di Roma spetterà a “La vita va così” di Riccardo Milani. Dal racconto di un sardo illustre, in piccola parte girato anche nell’isola, a una storia completamente sviluppata in Sardegna con riprese in particolare nel territorio di Teulada. Proprio la zona dove si trova Capo Malfatano che il pastore Ovidio Marras (scomparso nel gennaio del 2024) ha difeso dal progetto di un gruppo imprenditoriale pronto a costruire un mega resort di lusso vicino al mare.

Una vicenda balzata qualche anno fa agli onori della cronaca, anche internazionale, che ha ispirato Milani per il suo nuovo film scritto insieme a Michele Astori: un racconto ironico e appassionato lungo vent’anni, viene sottolineato nella breve presentazione, ambientato in un angolo meraviglioso della Sardegna dove una comunità si troverà stretta tra il sogno del lavoro e la difesa del territorio e della sua identità. Nel cast figurano come nomi principali Virginia Raffaele, Diego Abatantuono, Aldo Baglio, Geppi Cucciari e Ignazio Giuseppe Loi che interpreta il pastore protagonista. Prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Mieli per Our Films, società del gruppo Mediawan, e da Sonia Rovai per Wildside, società del gruppo Fremantle, in associazione con PiperFilm e Medusa Film che lo co-distribuiranno a partire dall’autunno dopo l’anteprima nella Capitale, “La vita va così” sarà proiettato alla Festa del cinema di Roma fuori concorso, all’interno della sezione Grand Public.

Si tratta del sedicesimo lungometraggio nella filmografia di Riccardo Milani, regista che ha saputo attraversare generi e generazioni con uno sguardo empatico e popolare. Da “Auguri professore” a “Il posto dell’anima” (di cui pochi giorni fa ha presentato a Cagliari l’edizione restaurata nel programma della rassegna Nottetempo), da “Come un gatto in tangenziale” a “Grazie ragazzi”, Milani ha sempre saputo coniugare racconto civile e ironia. Con particolare attenzione all’Italia di provincia basata sulle piccole comunità, come dimostrato anche nel film precedente a quello in arrivo: “Un mondo a parte”, uscito nelle sale nella primavera del 2024 e con protagonista femminile sempre Virginia Raffaele, dove si affrontano argomenti come la scuola e lo spopolamento attraverso una storia ambientata in un paesino dell’Abruzzo. Regione cara al regista romano, così come la Sardegna che ha detto più volte di frequentare sin da quando era ragazzo.

Un legame consolidato nel tempo fino alla realizzazione del documentario “Nel nostro cielo un rombo di tuono”, omaggio a Gigi Riva di cui si ripercorre la vita e la carriera spesa con la maglia del Cagliari. E ora questo nuovo lungometraggio di finzione, ma ispirato a una storia vera, che parla di rispetto del paesaggio e della cultura di un territorio nella continua sfida della ricerca del punto di equilibrio tra sviluppo e tutela ambientale.

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