La Nuova Sardegna

Musica

Made in Japan, la band sarda che fa rivivere i Deep Purple: sul palco anche Ian Paice

di Federico Spano
Made in Japan, la band sarda che fa rivivere i Deep Purple: sul palco anche Ian Paice

Cinque musicisti dell’isola riportano l’energia dell’hard rock anni Settanta, duettando con il leggendario batterista della storica formazione inglese

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Un impiegato delle poste, un insegnante di chitarra, un operatore sanitario, un barista e un impresario. Di giorno vivono vite normali, fatte di turni, conti e responsabilità. Ma quando è il momento di salire sul palco e si accendono gli amplificatori, si trasformano nei “Made in Japan”, la cover band sarda che rende omaggio ai Deep Purple con una fedeltà e una forza tali da far dimenticare, per qualche ora, la distanza tra realtà e leggenda.

La band sarda, nata nel 2014, è composta dal cantante Pierpaolo Sanna di Sassari, dal tastierista Salvatore Culeddu di Bono, fondatore della band con il chitarrista Daniele Porta di Mogoro, dal bassista Giovanni Attene di Illorai e dal batterista Giovanni Collu di Gonnosfanadiga. Sabato scorso i cinque si sono esibiti in piazza d’Italia a Sassari, durante la festa degli universitari. In pochi minuti, sotto il palco si è formata una folla di appassionati di hard rock attratta dal richiamo delle note dei grandi successi dei Deep Purple. Gli assoli di chitarra e quelli di tastiera erano impeccabili, così come la parte ritmica di basso e batteria, ma a sorprendere è stata la voce del cantante, capace di raggiungere note altissime con una tecnica impeccabile e un’intonazione che non ha mai avuto tentennamenti. Il loro live ha conquistato tutti. Il 30 agosto a Bono, davanti a 2.500 persone, i cinque hanno vissuto un momento che pochi possono raccontare: hanno condiviso il palco con Ian Paice, storico batterista e unico membro fondatore rimasto dei Deep Purple. Un incontro che ha unito generazioni e passioni, l’esperienza di chi ha scritto la storia dell’hard rock e l’energia di chi quella storia la tiene viva nota dopo nota.

«Sul palco c’erano due batterie, quella di Ian Paice e quella del nostro Giovanni Collu, che ha avuto l’onore di duettare in due occasioni con quella che è ritenuta da tutti una leggenda della musica rock mondiale – racconta con orgoglio Salvatore Culeddu –. Paice era molto contento del concerto, ha detto che è andato tutto molto bene. Se consideriamo che siamo saliti sul palco senza prove e avendo visto la scaletta solo dieci minuti prima del live, per noi è un grande orgoglio. È stata una scommessa vinta».

Salvatore Culeddu è un tastierista di talento e la velocità delle dita sulla tastiera è anche merito dei suoi trascorsi all’organetto diatonico. «Ho suonato per tanti anni con un gruppo folk – racconta – è stato mio padre a trasmettermi la passione per la musica, è stato lui a farmi conoscere i Deep Purple e l’organo hammond. Da piccolo, nel 1992, ho anche cantato allo Zecchino d’Oro».

La prossima esibizione della band è fissata per venerdì 31 ottobre alle 21 al Carhiba ristobar, in piazza Caduti del Lavoro, a Sassari.

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