Made in Japan, la band sarda che fa rivivere i Deep Purple: sul palco anche Ian Paice
Cinque musicisti dell’isola riportano l’energia dell’hard rock anni Settanta, duettando con il leggendario batterista della storica formazione inglese
Un impiegato delle poste, un insegnante di chitarra, un operatore sanitario, un barista e un impresario. Di giorno vivono vite normali, fatte di turni, conti e responsabilità. Ma quando è il momento di salire sul palco e si accendono gli amplificatori, si trasformano nei “Made in Japan”, la cover band sarda che rende omaggio ai Deep Purple con una fedeltà e una forza tali da far dimenticare, per qualche ora, la distanza tra realtà e leggenda.
La band sarda, nata nel 2014, è composta dal cantante Pierpaolo Sanna di Sassari, dal tastierista Salvatore Culeddu di Bono, fondatore della band con il chitarrista Daniele Porta di Mogoro, dal bassista Giovanni Attene di Illorai e dal batterista Giovanni Collu di Gonnosfanadiga. Sabato scorso i cinque si sono esibiti in piazza d’Italia a Sassari, durante la festa degli universitari. In pochi minuti, sotto il palco si è formata una folla di appassionati di hard rock attratta dal richiamo delle note dei grandi successi dei Deep Purple. Gli assoli di chitarra e quelli di tastiera erano impeccabili, così come la parte ritmica di basso e batteria, ma a sorprendere è stata la voce del cantante, capace di raggiungere note altissime con una tecnica impeccabile e un’intonazione che non ha mai avuto tentennamenti. Il loro live ha conquistato tutti. Il 30 agosto a Bono, davanti a 2.500 persone, i cinque hanno vissuto un momento che pochi possono raccontare: hanno condiviso il palco con Ian Paice, storico batterista e unico membro fondatore rimasto dei Deep Purple. Un incontro che ha unito generazioni e passioni, l’esperienza di chi ha scritto la storia dell’hard rock e l’energia di chi quella storia la tiene viva nota dopo nota.
«Sul palco c’erano due batterie, quella di Ian Paice e quella del nostro Giovanni Collu, che ha avuto l’onore di duettare in due occasioni con quella che è ritenuta da tutti una leggenda della musica rock mondiale – racconta con orgoglio Salvatore Culeddu –. Paice era molto contento del concerto, ha detto che è andato tutto molto bene. Se consideriamo che siamo saliti sul palco senza prove e avendo visto la scaletta solo dieci minuti prima del live, per noi è un grande orgoglio. È stata una scommessa vinta».
Salvatore Culeddu è un tastierista di talento e la velocità delle dita sulla tastiera è anche merito dei suoi trascorsi all’organetto diatonico. «Ho suonato per tanti anni con un gruppo folk – racconta – è stato mio padre a trasmettermi la passione per la musica, è stato lui a farmi conoscere i Deep Purple e l’organo hammond. Da piccolo, nel 1992, ho anche cantato allo Zecchino d’Oro».
La prossima esibizione della band è fissata per venerdì 31 ottobre alle 21 al Carhiba ristobar, in piazza Caduti del Lavoro, a Sassari.