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Buon Gusto – Speciale Cenone di Capodanno

Capodanno a domicilio, il boom del catering di San Silvestro

di Rachele Falchi
Capodanno a domicilio, il boom del catering di San Silvestro

I professionisti dell’asporto: «Le persone non cercano più solo qualche piatto difficile che non hanno voglia di fare in casa. Vogliono il menù completo la consegna puntuale la tranquillità di sedersi a tavola e pensare solo a brindare»

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Le nuove abitudini della notte di San Silvestro dicono molto del popolo sardo che, pur procedendo con il consueto rilento rispetto al resto dello Stivale, inizia però a somigliare sempre di più ai cugini del nord: soprattutto nelle città, le pentole finiscono appese al chiodo e il cenone di Capodanno arriva puntuale…delivery.

I veglioni in compagnia a casa di amici e parenti, dove di norma ognuno portava qualcosa rigorosamente fatto in casa, cominciano ad essere sorpassati e si prediligono cenone in ristorante o catering da asporto. Il leitmotiv del nuovo millennio sembra proprio essere zero sbattimento: nessuno vuole immolarsi al sacro altare dei cinque fuochi. E così il cenone di San Silvestro arriva a casa già pronto, ordinato da un catering, porzionato, organizzato, pensato per essere gustato senza affanni.

Nel nord Sardegna questo cambiamento ha un osservatorio privilegiato: Marras&Usai Catering, azienda sassarese attiva dal 2006, che negli anni ha visto il Capodanno trasformarsi da servizio di nicchia a fenomeno sociale. «Quando abbiamo iniziato, tra il 2007 e il 2008, l’asporto di Capodanno era quasi un’eccezione – raccontano –. Il primo anno servimmo poco più di cento pasti. Oggi, il 31 dicembre, sfioriamo i millecento». Un dato che dice molto più di quanto sembri. Perché non è solo il cibo a cambiare, ma il modo di vivere la festa. Se prima il cenone era una prova di resistenza culinaria, oggi è diventato un momento da godere fino in fondo. «Le persone non cercano più solo qualche piatto “difficile” che non hanno voglia di fare in casa – spiegano Giuseppe Marras e Samuele Usai –. Vogliono il menù completo, la consegna puntuale, la tranquillità di sedersi a tavola e pensare solo a brindare».

Il catering delivered intercetta così una trasformazione più ampia delle abitudini: quella di un consumatore che esternalizza l’organizzazione, proprio come già avviene per battesimi, compleanni e feste private. Non a caso, accanto ai piatti, iniziano a comparire anche i servizi accessori. Tovagliato, posate, porcellane e vasellame vengono richiesti da una fetta sempre crescente di clientela.

«Siamo ancora intorno al 15–20%, ma è una tendenza destinata ad aumentare», raccontano. È il segno di una festa sempre più “chiavi in mano”. Il menù di Capodanno 2025/26 è il riflesso di questo equilibrio tra tradizione e praticità. Mare e terra dialogano in una proposta ampia ma studiata nei dettagli: insalata di polpo con patate, baccalà in agliata, salmone alle erbe, pescatrice alla catalana, seguiti da un ricco antipasto di terra con salumi e formaggi sardi. Poi i primi, pensati per reggere trasporto e servizio, come crespelle con gamberi e porcini e lasagna classica, fino ai secondi: gamberoni al forno alla Vernaccia, porchetta di maiale sardo e l’intramontabile piatto di buon augurio: lenticchie con cotechino. Dietro questo apparente “tutto pronto” c’è però una macchina complessa.

«Il Capodanno è una piccola industria – spiegano –. Tra cucina, logistica e trasporti lavorano almeno quindici persone». E ci sono anche le nuove esigenze alimentari: circa il 5% dei pasti è senza glutine, con una crescente attenzione a intolleranze e allergie, ormai parte integrante di ogni grande servizio. Il dolce resta l’unica eccezione: ognuno porta il suo, magari dal pasticcere di fiducia.

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