La Nuova Sardegna

buongusto
Buon Gusto – Speciale Cenone di Capodanno

Il cenone di Capodanno tra riti, tradizione e simboli: le lenticchie, gli auspici e il brindisi

Il cenone di Capodanno tra riti, tradizione e simboli: le lenticchie, gli auspici e il brindisi

Sopravvivono i piccoli gesti scaramantici come il bacio sotto il vischio

3 MINUTI DI LETTURA





In Italia il cenone di San Silvestro non è soltanto una cena, ma un rito che mescola cibo, gesti scaramantici e condivisione. A tavola, la notte del 31 dicembre, si consuma un passaggio simbolico: si chiude un ciclo e se ne apre un altro. Per questo nulla è davvero casuale, né ciò che si mangia né ciò che si fa.

Lenticchie, il simbolo della prosperità Il piatto che più di ogni altro rappresenta il Capodanno italiano sono le lenticchie. La tradizione, diffusa in tutta la penisola, le associa alla ricchezza e alla stabilità economica per la loro forma simile a quella delle monete. Mangiarle allo scoccare della mezzanotte è un gesto augurale che attraversa le generazioni.

Il maiale e l’idea dell’abbondanza Alle lenticchie si affiancano quasi sempre cotechino o zampone, carni suine che aggiungono al piatto il significato dell’abbondanza e della forza, valori centrali in una cucina nata per affrontare l’inverno. Il maiale è storicamente l’animale della sicurezza alimentare. Cresce velocemente, offre numerosi tagli e garantisce riserve. Portarlo in tavola a fine anno significa augurarsi che il nuovo ciclo sia generoso. All’opposto, secondo la tradizione, vengono evitati animali che evocano l’idea di arretramento, come quelli che “camminano all’indietro”.

Il pesce In molte regioni costiere il cenone conserva una forte impronta di pesce, eredità del pasto “di magro”. Il pesce è simbolo di continuità e abbondanza: si muove in gruppo, non si ferma, suggerisce un flusso ininterrotto. Anche per questo il cenone è spesso lungo e articolato, quasi a rappresentare un anno pieno e senza vuoti.

Frutta secca e dolci Noci, mandorle, nocciole, fichi secchi e uvetta sono una presenza costante. La frutta secca è cibo che dura nel tempo e che in passato rappresentava una riserva preziosa. A Capodanno diventa simbolo di resistenza e capacità di affrontare i mesi futuri. Il pasto si chiude con dolci ricchi, spesso fritti o lievitati. La dolcezza è un augurio esplicito: il desiderio che l’anno nuovo sia più lieve e favorevole di quello appena trascorso.

Il vischio e i piccoli gesti scaramantici Nelle case non manca il vischio, appeso come segno di buon auspicio. Baciarsi sotto il vischio è un gesto semplice ma carico di significato: augura amore, protezione e fortuna. Accanto a questo sopravvivono altri riti domestici, tramandati più per consuetudine che per convinzione, ma ancora profondamente radicati.

Il brindisi Il brindisi chiude e apre simbolicamente il tempo. Il vino spumante, con la sua effervescenza, rappresenta slancio e vitalità. Guardarsi negli occhi mentre si alzano i calici è un gesto antico: significa riconoscersi parte di una comunità che affronta insieme il futuro. Alla fine, il Capodanno è questo: una somma di piatti, riti e gesti che raccontano un Paese capace di trasformare il cibo e la festa in un linguaggio condiviso.

Primo Piano
Turismo

Per la Sardegna un 2025 da record: Lonely Planet, Unesco, Bandiere Blu, clima e spiagge top - Ecco tutti i primati

Le nostre iniziative