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Abbiamo il diritto di sbagliare, sugli errori si cresce e si matura

di Matilde Pani*
Abbiamo il diritto di sbagliare, sugli errori si cresce e si matura

Numerosi studi, tra cui una ricerca scientifica riportata sul Journal of Cognitive Neuroscience, confermano il proverbio “sbagliando si impara”. Infatti, sembra che si impari molto dall’errore perché il suo effetto viene ricordato dal cervello, il quale permette di non ripeterlo una seconda volta.

25 novembre 2023
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Viviamo in una società in cui conta più l’apparire rispetto all’essere, in cui gli idoli sono i personaggi del momento generati dal mondo dello spettacolo, dello sport, della pubblicità, della televisione e dei social, tutti rappresentati come perfezione assoluta. Ormai il corpo è diventato un oggetto da esibire e il successo in qualsiasi tipo di prestazione un obiettivo assolutamente da raggiungere. Sembra quasi che i giovani di successo siano solo belli e infallibili. Non è così! Al giorno d’oggi si sta perdendo l’importanza di essere sé stessi sempre e comunque a prescindere dall’aspetto fisico e dal risultato.

Ai giovani sono riconosciuti diversi diritti, ma di alcuni si parla troppo poco, anzi niente. È doveroso citare il diritto di sbagliare, di commettere errori, di fallire e di essere quindi “imperfetti”. Sbagliare è umano e consente di migliorare, crescere e maturare. A conferma di ciò sono stati effettuati numerosi studi, tra cui una ricerca scientifica, riportata sul Journal of Cognitive Neuroscience, che conferma il proverbio “sbagliando si impara”. Infatti, sembra che si impari molto dall’errore perché il suo effetto viene ricordato dal cervello, il quale permette di non ripeterlo una seconda volta.

Già da bambini è opportuno sentirsi liberi di commettere errori e di mettere alla prova le proprie capacità senza avere paura di essere giudicati o presi in giro. Talvolta capita che la figura adulta impedisca ai bambini di “fallire” perché pensa di proteggerli dalla vergogna e dalla delusione. Ad esempio, bisogna essere perfetti a scuola, eccellere nello sport, rientrare in certi standard di bellezza. In realtà questo atteggiamento può comportare, una volta diventati adulti, frustrazioni e incapacità di superare autonomamente le difficoltà della vita quotidiana che possono diventare insormontabili in alcuni casi. Sfortunatamente sono numerosi i casi di cronaca che documentano episodi in cui il “fallimento” porta a compiere gesti estremi.

Un ruolo fondamentale è svolto dai familiari, dagli amici, dagli insegnanti. Sentirsi amati comunque, anche quando si sbaglia, è importante perché permette di vivere le difficoltà quotidiane con più tranquillità. “Fare” un errore non vuol dire “essere” un errore. Chi permette di commettere errori riconosce il diritto all’esperienza perché è proprio grazie all’errore che si cresce. Il ragazzo che scopre di poter fare errori cresce e matura più velocemente di non crede di poterli fare.

Inoltre, sbagliare aiuta ad avere un atteggiamento più cosciente e critico; infatti, non esiste solo la perfezione delle prestazioni scolastiche e sportive ma ognuno di noi può essere apprezzato per altre qualità, ad esempio perché è generoso, onesto, simpatico…

*Matilde è una studentessa del liceo scientifico “Giovanni Spano” di Sassari


 

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