La Nuova Sardegna

Speciale Sardinia Music Hub

Pherro, il producer di platino, tra i protagonisti: «La fame di musica nasce in provincia»

di Francesco Zizi
Pherro, il producer di platino, tra i protagonisti: «La fame di musica nasce in provincia»

L’artista sassarese sarà protagonista di un panel dedicato alla produzione musicale, dove racconterà anche il suo percorso

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Quando si parla di produttori musicali in Italia, il nome di Pherro – al secolo Samuele Masia, classe 1988, nato e cresciuto a Sassari – è ormai sinonimo di qualità e visione. Lo sanno bene artisti come Luchè, Marracash, MadMan, Gué o Sfera Ebbasta, che negli anni hanno affidato alle sue mani brani diventati cult della scena urban. Eppure, il successo di Pherro non nasce nei grandi studi di Milano, ma nelle stanze strette della provincia, in quell’angolo di Sardegna che troppo spesso viene dipinto come periferia del talento. Al Sardinia Music Hub, in programma dal 9 al 13 ottobre tra Sassari e Alghero, il producer sardo sarà protagonista di una giornata dedicata alla produzione musicale, con una masterclass in cui racconterà il suo percorso, analizzerà tecnicamente il remix multiplatino di Scooteroni (Gué, Marra, Sfera) e, soprattutto, dialogherà con i giovani.

Pherro, iniziamo dall’inizio. Chi era lei prima di diventare “Pherro”?
«Un ragazzino con la testa piena di rap, ma curioso di tutto. Se guardiamo al mondo hip - hop a Sassari non c’erano grandi riferimenti, ma avevo fame, e quella fame era il mio motore. Ho passato anni a lavorare di giorno e produrre musica di notte. Ricordo gli anni in cui si usciva di casa per andare in piazza o in qualche scantinato a fare jam o a scoprire cose nuove. C’era fermento, ma anche un senso di solitudine per chi, come me, cercava di fare qualcosa di diverso. Il rap era una passione vera, e anche se sembrava una strada chiusa, ho continuato a crederci».

Quando si parla di musica la provincia spesso viene “demonizzata”, lei invece ne ha fatto un motore.
«Esiste questa narrazione per cui nascere in provincia sia solo uno svantaggio. E per certi versi lo è: sei isolato, senza contatti, senza strutture. Ma se riesci a usare questa condizione come stimolo, allora hai una marcia in più. In Sardegna c’è tantissimo talento, ma spesso viene sprecato perché manca il supporto o la fiducia. Io ho visto ragazzi fortissimi mollare tutto perché pensavano di perdere tempo. E invece no: se credi in quello che fai, il tempo non è mai perso».

Nel suo panel al Sardinia Music Hub parlerà anche del ruolo del producer oggi. Come lo interpreta?
«Penso che il producer oggi sia un artista a tutti gli effetti. Non è più solo uno che fa la base: crea un sound, aiuta l’artista a trovare la sua identità. È un lavoro anche psicologico e di sensibilità: devi capire l’artista, farlo sentire a casa, farlo esprimere. Io parlerò proprio di questo: della differenza tra producer e hitmaker, del rapporto umano con l’artista. Oggi i producer fanno i tour, firmano album, diventano il volto del progetto. Racconterò tutto questo, con esempi pratici, come il remix di Scooteroni, che ha fatto conquistato tre dischi di platino. Spiegherò com’è nato, com’è cresciuto, e cosa c’è dietro il successo di una traccia del genere».

E oltre la musica urban? Lei ha fatto incursioni anche nel mondo del cinema.
«Sì, ho curato la colonna sonora di un film di Sergio Scavio. È stato un lavoro completamente diverso, ma molto stimolante. Nel cinema devi ragionare per atmosfere, per emozioni, devi metterti al servizio di una storia. Mi ha arricchito molto, anche perché mi ha costretto a uscire dalla mia zona di comfort. A me la musica piace in tutte le sue forme: sono andato anche a sentire la lirica in piazza, viva la contaminazione!.

Si sente di avercela fatta?
«Assolutamente no. Non l’ho mai pensato. Ho realizzato cose importanti, certo, ma il percorso non finisce mai. Ho ancora fame, come quando stavo chiuso in camera a imparare a fare beat».

Cosa vuole lasciare ai ragazzi che parteciperanno alla sua masterclass?
«Spero di trasmettere l’idea che si può partire da qui, da Sassari, dalla Sardegna, e arrivare ovunque».

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