La Nuova Sardegna

Alghero

«Volevano un passa carte? Non avrei mai accettato»

di Gian Mario Sias
«Volevano un passa carte? Non avrei mai accettato»

Parla Antonio Farris e denuncia: è venuta meno la fiducia della maggioranza La mancata approvazione del Piano ha bloccato l’attuazione dei progetti

13 ottobre 2016
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ALGHERO. «Se mi avessero detto che dovevo stare seduto dietro una scrivania e firmare carte, non avrei accettato». Il presidente dimissionario del Parco naturale regionale di Porto Conte prova con tutte le forze a percorrere la strada della diplomazia e a tirarsi fuori dalla polemica politica. Ma questa frase, detta in mezzo a un mare di considerazioni sul futuro del Parco, sullo sviluppo che ha sempre sognato per tutta quell’area, sulla possibilità di fare di casa Gioiosa l’epicentro di un percorso virtuoso di rilancio del territorio, rivela più di ogni altra congettura e di qualsiasi documento lo stato d’animo e le motivazioni con cui l’ex docente del Dipartimento di Agraria si è spinto fino a questo gesto clamoroso. Non avrebbe accettato, Antonio Farris, ed è tanto più amareggiato perché «d’altronde mi conoscevano da prima, e sapevano che tipo sono». Le vicende sono note a tutti. La mancata approvazione del Piano del Parco è stato l’intoppo più grande, anche operativamente, perché di fatto «ha impedito al progetto del Parco di prendere corpo, perché senza quel piano è tutto bloccato e gestire lo sviluppo di quest’area, o anche solo l’ordinaria amministrazione, diventa praticamente impossibile», come spiega Farris. Ma a fargli il sangue amaro è la vicenda legata alla nomina del nuovo direttore. Bersagliati da una marea di critiche, accusati di poca trasparenza, i vertici del Parco si sono sentiti soli, abbandonati da quella stessa maggioranza consiliare che li ha nominati e dai quali si sarebbero aspettati protezione, solidarietà e attestati di fiducia. Già, perché questo addio è figlio della fiducia venuta a mancare, o almeno della percezione del presidente che la fiducia nei suoi confronti si fosse esaurita, dalle parti di Sant’Anna e di via Columbano. «Dopo questa vicenda ho avuto la sensazione, ma certi atteggiamenti lo confermano, che non ero la persona più funzionale alle direttive della maggioranza», è il sasso che Farris getta nello stagno. «Quel concorso è avvenuto in un clima di generale sfiducia, e dopo le polemiche e le accuse non c’è mai stato nessuno che si sia alzato per manifestare la propria solidarietà», insiste il professore, che per staccare ha scelto qualche giorno oltre Tirreno insieme alla famiglia. «Dico io, prima vedi gli atti, verifica, poi, al massimo prendi le distanze – commenta – invece c’è stato solo un grande silenzio».

Due giorni fa, dopo che l’assemblea del Parco – che, per inciso, coincide con il consiglio comunale di Alghero – ha approvato il bilancio, il presidente ha annunciato la sua decisione. Ieri l’ha formalizzata con un documento lunghissimo, protocollato e spedito al sindaco di Alghero, Mario Bruno, all’assessore dell’Ambiente, Raniero Selva, all’assemblea, al consiglio, al direttore e ai revisori del Parco e, per conoscenza, al segretario generale del Comune. Un documento lunghissimo in cui tutto ciò che si sarebbe potuto fare e non si è fatto è messo nero su bianco, senza cercare altre scuse per giustificare una decisione che di certo non coglie di sorpresa proprio nessuno. «Ci siamo messi a lavoro per stabilire rapporti e accordi di collaborazione col Comune, con le associazioni di categoria, con quelle ambientaliste e culturali, con i comitati di borgata, gli assessorati regionali, l’Ente foreste e la Forestale», racconta Farris, che rivendica i risultati in tema di «promozione culturale ambientale, sostegno all’economia locale, valorizzazione del Museo della memoria». Poi iniziano le dolenti note, dal Piano al concorso per il direttore, passando per altre questioni che restano irrisolte. «Questo Parco non è visto secondo una concezione moderna e alta, come strumento di sviluppo – sintetizza Farris – ma quasi come un concorrente dell’amministrazione comunale, in una visione un po’ limitata». La colpa? Della politica. La critica è rivolta soprattutto alla maggioranza che attualmente governa Alghero, ma Antonio Farris lancia un messaggio a tutti. «Quando sceglie di avvalersi della collaborazione di persone di formazione tecnica, la politica non pensi di imbrigliarle in logiche senza costrutto, ma dia più fiducia». Diversamente, «si resterà sempre in una situazione di difficoltà». Come quella cui va incontro un Parco senza più un presidente che per quasi due anni ha ricoperto gratuitamente un ruolo ricco di responsabilità.

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