La Nuova Sardegna

Alghero

Aragosta in vacanza, via al fermo

di Gianni Olandi
Lo chef Moreno Collu
Lo chef Moreno Collu

Ma il maestrale fa rinviare il ritiro delle reti a mare. Gli chef catalani: il nostro è un prodotto unico

03 settembre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. La Regina della tavola ferragostana va in vacanza. Dal 31 agosto è scattato infatti il fermo biologico per la pesca dell’aragosta e da ieri quindi i pescatori avrebbero dovuto ritirare i tramaglioni a mare, le reti per la pesca del crostaceo. Procedura che però non è stato possibile eseguire per l’arrivo del vento di maestrale. E pare che bisognerà aspettare ancora in quanto da domani è annunciata una nuova perturbazione. Il provvedimento regionale consente una sorta di proroga di una quindicina di giorni per l’esaurimento delle scorte negli acquari delle attività di ristorazione e nelle stesse pescherie che hanno ancora sui banchi di vendita il prodotto. Il tutto avviene mentre la domanda, grazie al fenomeno turistico ancora in piena evoluzione, è forte e, secondo le previsioni, lo sarà ancora per diverse settimane.

Dal 31 agosto via libera dunque per aragoste pescate in altri mari, da quelli del sud Italia fino alle coste tunisine. Tra i beneficiati del fermo biologico soprattutto i pescatori siciliani che si devono attenere alla normativa nazionale che consente di pescare i crostacei dal 1° maggio fino al 31 dicembre.

Nel caso dell’aragosta pescata nei mari di Sardegna, e in particolare quella che giunge dalle acque algheresi, i buongustai ritengono che si tratti di un prodotto speciale, unico per la delicatezza della polpa e il particolare sapore. Eccellenza che sarebbe frutto della integrità delle acque e della presenza delle praterie di posidonia, tra le più estese del Mediterraneo.

La mancanza del prodotto locale non rende felici gli chef dei ristoranti algheresi la cui tradizione tra i fornelli vede nella hit parade dei menu soprattutto il gustoso crostaceo.

«Il nostro è un prodotto unico – dice Antonio Urgias dalla cucina del ristorante Nautilus, l’ex Nettuno, nel vecchio porto catalano – spesso abbiamo richieste da clienti, soprattutto italiani, che vogliono preventivamente sapere se si tratta di un prodotto del nostro mare e non vogliono saperne di altre provenienze. Un segno di alto gradimento che rappresenta per il nostro territorio anche una promozione di tipo turistico».

Qualcuno sostiene che il sapore dell’aragosta sia determinato prevalentemente dal condimento. «Non diciamo fesserie – sbocca Moreno Collu, chef del ristorante “Dietro il Carcere” – Il condimento, la preparazione, gli ingredienti sul piatto sono tutti importanti. Ma è essenziale la qualità del prodotto su cui lavoriamo e quella pescata nei mari di Alghero e della Sardegna più in generale è davvero unica». E aggiunge: «A un vero intenditore è impossibile contrabbandare un prodotto pescato nei mari della Tunisia con la nostra aragosta». Una volta conclusa la tradizionale proroga per l’esaurimento di eventuali scorte, dal 15 settembre ulteriori esuberi di prodotto prenderanno la via del congelatore.

Il fermo biologico è stato adottato dalla Regione per consentire il ripopolamento della specie ed evitare le catture nel momento in cui, secondo i tecnici e gli esperti, si registra il periodo di deposito delle uova.



In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative