La Nuova Sardegna

Alghero

Calich, detriti sul fondale e la laguna s'interra

Gianni Olandi
Calich, detriti sul fondale e la laguna s'interra

Fenomeno favorito dalla costruzione del molo di sopraflutto. Il biologo Toni Torre: bisogna creare le condizioni per rimediare agli errori del passato

07 giugno 2018
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ALGHERO. Non è un malato da codice rosso ma le sue condizioni di salute sono comunque serie. Si parla della laguna alla periferia della città che è interessata da un costante fenomeno di interramento che si è accentuato, per via naturale, dopo le abbondanti piogge di quest’anno. Dagli affluenti rio Barca e Filibertu giungono infatti a valle consistenti quantitativi di detriti che una volta arrivati nello stagno del Calich si depositano favorendo l’interramento e determinando quelle situazioni di eutrofizzazione della laguna che non portano alcun beneficio a questa straordinaria risorsa ambientale, un bene prezioso la cui fruizione e valorizzazione potrebbe rappresentare un indiscutibile elemento economico di sviluppo per l’intero territorio.

Il deposito dei detriti a valle non avviene casualmente: «Gli interventi dell’uomo – afferma il professor Toni Torre, biologo e profondo conoscitore dello stato di salute del Calich – hanno determinato nello stagno più danni che benefici». Il biologo cita l’ultimo intervento che risale ormai al secolo scorso: quello della realizzazione di un molo di sopraflutto all’uscita del canale del porto, un vero e proprio tappo che se da un lato “protegge” l’attività portuale della nautica da diporto, dall’altra impedisce il ricambio delle acque tra il mare e la laguna impoverendo la fauna ittica, a cominciare dal novellame, e favorendo il fenomeno di interramento.

Situazione che di fatto penalizza anche l’attività della peschiera: «La barriera realizzata – afferma – ha di fatto costituito un ostacolo all’effetto trascinamento delle acque in uscita, riducendone in misura consistente la velocità e quindi favorendo il deposito dei detriti che a quel punto, per gravità, si depositano sui fondali. Interramento quindi diffuso, che coinvolge la laguna e lo stesso canale del porto».

Non è un caso, infatti, che periodicamente si renda necessaria l’azione di mezzi meccanici per l’approfondimento dei fondali, operazione che viene affrontata attraverso appositi e consistenti finanziamenti regionali. Da segnalare sempre a proposito del Calich che la Regione ha disposto l’utilizzo dei reflui dell’impianto di depurazione per l’irrigazione della Nurra, quindi non si dovrebbero verificare versamenti nello stagno da parte dell’impianto di San Marco.

Sul futuro della laguna, Toni Torre è piuttosto categorico: «Va fatto un ragionamento complessivo, coraggioso, anche ammettendo gli errori del passato e quindi creare le condizioni perché a dinamiche che si sono rivelate sbagliate e dannose per lo stagno si possa rimediare. Una revisione – aggiunge – che si deve porre un solo obiettivo che è poi quello dell’interesse generale: recuperare le migliori condizioni ambientali per far continuare a vivere la laguna, progettarne la valorizzazione e la fruizione. Non dimentichiamo che poche città turistiche possono vantare di avere un’area umida alla periferia del centro abitato inserita tra l’altro nella dimensione del parco naturale regionale di Porto Conte. Un bene ambientale che può diventare un alleato prezioso per lo sviluppo e l’occupazione».

Questo in prospettiva: ma nell’immediato occorre un’azione decisa per dare corso a un intervento di approfondimento dei fondali che non guarirà lo stagno ma gli consentirà di ridurre quei processi di eutrofizzazione in corso.



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