La Nuova Sardegna

Alghero

Due architetti algheresi sono i “maghi” delle torri

Giovanni Bua
Due architetti algheresi sono i “maghi” delle torri

Hanno creato il museo in quella di Porto Conte e restaurato quella di Capo Falcone. «Abbiamo iniziato con le ville, ora guardiamo al nostro patrimonio da salvare»

20 dicembre 2019
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ALGHERO. I “maghi delle torri” parlano catalano. E nel cuore della riviera del Corallo vivono, hanno studiato e ora lavorano, nel loro Pixel Architecture Studio, in via Sassari ad Alghero. Sono gli architetti Stefano Govoni e Diego Masala, 36 e 32 anni, che con un team di collaboratori giovani come loro, stanno rimettendo a nuovo le antiche fortificazioni costiere aragonesi e trasformandosi in veri maghi del restauro. Prima la Torre Nuova di Porto Conte, di cui hanno curato, con un finanziamento del Mise, la fine dei lavori di ripristino e l’allestimento, che lo scorso 20 novembre è “sbocciato” nel Mase, il museo dedicato ad Antoine De Saint-Exupéry. Poi quella di Capo Falcone, dove hanno progettato per il Comune di Stintino la messa in sicurezza del piccolo monumento che svetta sul promontorio che domina il golfo dell’Asinara e che rischiava di crollare “mangiato” dall’incuria e dal maestrale.

«È stato molto interessante – spiegano i due architetti – anche perché da una parte si è trattato di un vero e proprio restauro conservativo. Dall’altra andiamo avanti con la linea di pensiero che sposiamo, e cioè che i monumenti come le torri aragonesi, che nell’Isola sono 110 di cui almeno 104 assolutamente recuperabili, non vadano musealizzati, ma gli vada data una seconda vita, chiaramente con un destinazione d’uso appropriata, tramite cui valorizzarli e tutelarli allo stesso tempo».

Sulla “svolta” professionale che li ha trasformati in giovani maghi delle torri poi: «Iniziamo a dire che il vero mago è il nostro professore, e attuale soprintendente ad archeologia e belle arti per Sassari e Nuoro, Bruno Billeci. Un luminare del restauro, che ci ha trasmesso tutta la sua passione. E che, per nostra fortuna, ci ha potuto seguire anche un questa delicata fase del restauro della Torre di Capo Falcone. Per il resto fare interventi di questo tipo ti consente di accumulare competenze. E noi speriamo di potere continuare “mettendo mano” allo sconfinato patrimonio che le torri costiere sono per la Sardegna».

Un esito davvero inaspettato per uno studio nato nel 2006 e “decollato” grazie a una villa a Porto Cervo. «Appena laureati, ad Alghero – raccontano Govoni e Masala – ci siamo subito “buttati in mare”. Abbiamo iniziato a lavorare con il progetto di una villa, poi un’altra. Poi una a Porto Cervo, che ci ha aperto altre strade: una gioielleria, il banco del bar esterno del Hotel Cervo, una casa vacanze. Ma la nostra filosofia è sempre stata quella di portare avanti un’attenta e costante ricerca nella trasposizione dei linguaggi architettonici del passato nei dettami espressivi contemporanei. L’approccio analitico del contesto di riferimento, diviene fulcro della progettazione, congiunta al dialogo con i caratteri identitari del territorio e del paesaggio. Una villa o una torre per noi rappresentano parte della stessa sfida».

Sfida che i due architetti hanno deciso di portare avanti nella loro Alghero. «Siamo stati coraggiosi e fortunati – chiudono i due professionisti–. E speriamo di poter continuare a lavorare e vivere nella nostra impagabile terra».

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