La Nuova Sardegna

Alghero

«Gli interventi day surgery sono il futuro del Marino»

di Erika Pirina
«Gli interventi day surgery sono il futuro del Marino»

Il sindacato anestesisti: «Basta nostalgie e battaglie sbagliate sulla sanità» La struttura di Maria Pia può diventare un’eccellenza nella “bassa complessità”

31 gennaio 2020
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ALGHERO. «Il Marino può diventare il primo centro di Day Surgery del nord Sardegna. Decongestionando le liste di attesa di varie specialità: chirurgia, ortopedia, urologia, oculistica, per esempio. Verrebbero operati 5 giorni su 7 pazienti da sottoporre a interventi a bassa complessità che vengono dimessi in giornata. Ma per fare questo gli allarmi, le mobilitazioni politiche e i post sui social a favore dell’ospedale Marino necessitano di chiarezza al fine di comprendere responsabilità e passi da fare».

Micaela Deledda delegata Aaroi-Emac – sindacato anestesisti e rianimatori ospedalieri – spiega le vicissitudini attorno all’ospedale di Maria Pia, provvisto di un reparto di ortopedia, uno di riabilitazione e una radiologia sprovvista di TAC. «Secondo il decreto ministeriale 70 del 2015 – precisa il sindacato - non rispetta i requisiti minimi per poter essere considerato un ospedale di Base. Nel 2017 la dirigenza aziendale aveva bloccato le procedure chirurgiche ortopediche maggiori, prevalentemente la protesica. Nonostante queste disposizioni, gli anestesisti hanno garantito comunque gli interventi d'urgenza per evitare il disagio correlato al trasferimento presso altre strutture. Per due anni si è cercato di tamponare la situazione trasferendo i pazienti operati al Marino presso l'Ospedale Civile per affrontare il periodo post operatorio in presenza di tutte le figure specialistiche necessarie». «Gli anestesisti, hanno continuato a garantire la loro presenza – continua Deledda – al Marino tutti i giorni dalle 8 alle 20, mentre nelle ore notturne e festive non potevano essere garantite le emergenze intraospedaliere per mancanza di un team dedicato all'emergenza (anestesista, cardiologo e internista)». «Questo ha contribuito in modo sostanziale a far si che l'Ospedale marino non sia a norma in termini di sicurezza per i pazienti – spiega l’Aaroi. Il Circolo Tricolore – a nome della sua presidente Sefora Salis - è stato tra i promotori della raccolta firme a sostegno del presidio medico». «L’iniziativa ha visto unite maggioranza e opposizione per il raggiungimento di un considerevole numero di oltre cinquemila adesioni, rimanendo anche al fianco dei vari comitati nati in città a favore del presidio», commentano dal circolo Tricolore. «Ci chiediamo quale sia la strategia che vuole eliminare l'utilizzo di un complesso operatorio come quello del Marino». Dal 1 ottobre, a fronte di una maggiore sicurezza del paziente, la direzione sanitaria ha deciso di sospendere l'attività di traumatologia e di dedicare le sale operatorie dell'ospedale marino ad attività di day surgery in pazienti a basso rischio che vengono dimessi in serata con l’obiettivo di trasferire il reparto di ortopedia dal Marino al Civile. «Al momento attuale la ristrutturazione delle sale operatorie del Civile è terminata, manca solo la dichiarazione di agibilità, il collaudo e ristrutturare i locali dedicati ad Ortopedia. Tutto ciò non significa chiudere il Marino, come spesso è stato detto – proseguono dall’Aaroi - bensì riqualificarlo rendendolo il primo centro di Day Surgery del nord Sardegna. Se gli algheresi vogliono un ospedale di primo livello ciò che serve è un Ospedale dove tutte le specialità chirurgiche che trattano l'urgenza complessa siano accentrate. La battaglia da fare è quella di ottenere un unico Ospedale di primo livello e non continuare a rinvangare nostalgicamente una eccellenza di un passato di più di dieci anni fa. Questa eccellenza va solo ricollocata».

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