La Nuova Sardegna

Alghero

Progetto di legalità per salvare il riccio di mare

Progetto di legalità per salvare il riccio di mare

L’assessore Montis: «Ritirare le licenze ai fuorilegge, presentato un piano che sarà modello per tutti»

21 giugno 2020
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ALGHERO. É di pochi giorni fa l’operazione congiunta di Guardia Costiera e Guardia di finanza con il coordinamento della procura della Repubblica di Sassari, che ha disarticolato una organizzazione che gestiva il commerco illegale del riccio di mare. Ora il Comune prede posizione in maniera chiara sulla vicenda e mette in evidenza il progetto presentato in Regione con l'Area Marina Protetta Capo Caccia - Isola Piana

«L’eccellente attività posta in essere per contrastare lo sfruttamento di una risorsa così preziosa, restituisce a tutti noi uno scenario allarmante che pone ancor più in evidenza la necessità di uno stop per tutti senza distinzioni tra professionisti o semplici sportivi», ha detto l'assessore all'Ambiente Andrea Montis.

«Nella sua drammaticità – spiega Montis – - si tratta di una occasione per convincere la Regione e revocare le autorizzazioni a quanti risulteranno responsabili, come tra l' altro previsto dalle norme. Ma anche una spinta a cercare soluzioni che, accompagnate strutturalmente da fondi di bilancio, vadano a convertire, creando alternative di reddito, le attività dei circa 200 professionisti autorizzati».

Alghero sembra andare in questa direzione: grazie agli studi portati avanti dall'Area Marina Protetta Capo Caccia Isola Piana, e che la giunta Conoci si è impegnata a sostenere. Alla Regione è stato sottoposto un piano sperimentale di ripopolamento della specie che potrà, se attuato, diventare modello per tutti, con i pescatori subacquei che potranno trovare occupazione alternativa.

«La sostenibilità economica o il mantenimento dei profili occupazionali ha senso di esistere se contemperato da consapevolezza e rispetto anche verso aspetti di carattere ambientale che parrebbero invece direttamente o indirettamente esser stati disattesi. Si prenda la strada della tutela senza indugi», ha concluso Andrea Montis.

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