La Nuova Sardegna

CAGLIARI. Sono state confermate in appello le quattro condanne ai dirigenti di Aviotech, un’altra delle aziende prendisoldiescappa che hanno segnato tristemente la storia industriale sarda del dopoguerra: sette anni di carcere al socio fondatore Luigino Fiocco, cinque anni all’amministratore della società Carisma Rodolfo Marusi Guareschi, tre anni all’amministratore della società Astec Paolo Bonacina e all’amministratore dell’Aviotech Silvano Amodeo. C’è anche un imputato assolto: è Giuseppe Casti, l’altro amministratore dell’Aviotech, difeso dall’avvocato Luigi Porcella.

Per tutti gli imputati è stata confermata l’assoluzione dall’accusa di associazione a delinquere, mentre sono risultate prescritte già in primo grado quelle di truffa - di cui dovevano rispondere Fiocco, Marusi, Amodeo, Bonacina e Casti - e tutte le altre legate ai reati ‘satellite’, fra cui i fiscali. Alla fine è rimasta in piedi solo l’imputazione di bancarotta fraudolenta ed è di questo reato che i quattro imprenditori sono stati giudicati colpevoli. La vicenda sembra la fotocopia di numerose altre: sono otto miliardi di lire spariti nel nulla, con gli amministratori che aumentavano il capitale sociale senza in realtà mettere un soldo in cassa. Infine l’inevitabile fallimento e pochi spiccioli rimasti, da dividere tra i creditori: appena 150 mila euro. Per l’accusa il fondatore Fiocco e i vertici delle società collegate avevano l’obiettivo nel 1999 di depredare l’azienda di Villacidro non appena il ministero dell’industria avesse deliberato la concessione dei contributi, promettendo la produzione di ultraleggeri in fibra di carbonio, gli aerei spia a decollo ultrarapido. Poi le scocche per le Ferrari da competizione, i telai di biciclette per il tour.