La Nuova Sardegna

Cagliari

Folla di avvocati alla fiera di Cagliari: lo sciopero continua

Folla di avvocati alla fiera di Cagliari: lo sciopero continua

L'assemblea ha deliberato l'astensione dalle udienze e altre iniziative, secondo i legali sardi il ministero sta varando provvedimenti che riducono il diritto alla difesa da parte dei cittadini

18 febbraio 2014
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CAGLIARI. Gli avvocati di tutta la Sardegna hanno deciso di continuare lo sciopero contro i provvedimenti in elaborazione al ministero della Giustizia. Gli Ordini territoriali articoleranno in autonomia l'astensione dalle udienze, gli avvocati sardi parteciperanno anche alla manifestazione nazionale prevista per il 20 febbraio.

L'assemblea degli avvocati sardi ha denunciato " la palese compressione del diritto alla difesa" dei cittadini "operato sia mediante l'aumento esponenziale dei costi di accesso alla giustizia, sia con l'introduzione di pseudo riforme del codice di rito, quali il filtro in appello, la motivazione a pagamento, la responsabilità solidale ex art. 96 c.p.c., l'abolizione del divieto di reformatio in peius in materia penale, con palese violazione degli artt. 3-24-111 della Costituzione e degli artt. 6 e 14 della Carta Europea dei diritti dell'uomo".

Gli avvocati denunciano inoltre lo smantellamento dei presidi giudiziari nel territorio con la chiusura in Italia di 34 tribunali cosiddetti minori, con annesse procure, di 220 sezioni distaccate e 674 uffici del giudice di pace. Gli avvocati denunciano ancora: il tentativo di trasformare l’avvocato d’ufficio in un dipendente ministeriale con totale perdita di quella autonomia e indipendenza che devono necessariamente caratterizzare la funzione difensiva; il mancato coinvolgimento dell'Avvocatura nel processo di formazione delle leggi e la costante omessa consultazione dei suoi organismi di rappresentanza da parte del ministro della Giustizia. Altra denuncia: l'abuso del ricorso alla decretazione d'urgenza e allo strumento della delega, così delegittimando il Parlamento, svuotato delle proprie funzioni.

Non basta, l'assemblea ha deliberato anche la cancellazione dagli Albi dei difensori d'ufficio, indicendo manifestazioni a carattere locale finalizzate a coinvolgere la cittadinanza e le forze imprenditoriali e sindacali. L'assemblea nella delibera invita anche i presidenti del consiglio nazionale forense e dell’organismo unitario dell’Avvocatura a rassegnare, in segno di protesta, le proprie dimissioni e di chiedere con urgenza un incontro col ministro.

Verrà nominata una commissione permanente, espressione dell'assemblea, composta da 3 membri per ciascun Foro e che veda rappresentati i vari settori dell’Avvocatura, che avrà il compito di elaborare e proporre, anche attraverso un confronto diretto con tutte le forze politiche nonché con tutte le parti naturali del processo, eventuali progetti condivisi di riforma della normativa processuale civile, penale e amministrativa da sottoporsi all’Avvocatura tutta e quindi al Governo.

Se succederà che la Corte di Cassazione attribuirà al Giudice il potere di proseguire il processo anche per ragioni non previste nel codice di autoregolamentazione ove l'avvocato si astenga, l'assemblea ha deliberato che si ricorra alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

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