La Nuova Sardegna

Cagliari

Stop al metanodotto Algeria-Sardegna, la giunta regionale abbandona il progetto Galsi

Stop al metanodotto Algeria-Sardegna, la giunta regionale abbandona il progetto Galsi

La giunta ha deliberato l’uscita della Sfirs dalla società nata per la realizzazione del collegamento con l'Italia. La Regione riscatterà 11 milioni di euro, ma non intende rinunciare al metano

13 maggio 2014
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CAGLIARI. Con una delibera appena approvata in Giunta, la Regione Sardegna ha deciso di uscire dalla società nata per realizzare il metanodotto Galsi Algeria-Italia. Il provvedimento, presentato dal presidente Francesco Pigliaru che l’aveva concordato con gli assessori al Bilancio Raffaele Paci e all’Industria Maria Grazia Piras, ratifica un orientamento già maturato, alla luce di recenti analisi del progetto, nel consiglio di amministrazione della Sfirs, la società finanziaria regionale tramite la quale la Sardegna era entrata nella compagine sociale di Galsi. La delibera contiene anche atti di indirizzo per portare comunque il metano in Sardegna attraverso soluzioni alternative.

Galsi nasce nel 2003 come società di studio per il progetto del gasdotto che avrebbe dovuto collegare l’Agleria alla Sardegna e alla Toscana lungo un percorso di quasi 900 km di cui circa 600 sotto il mare. Della compagnie societaria fanno parte la compagnia di Stato algerina Sonatrach (41,6%), Edison (20,8%), Enel (con il 15,6%), il gruppo Hera (11,6%) e, finora, anche la Regione Sardegna tramite la controllata Sfirs con l’11,6%.

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