Abuso d'ufficio in Liguria: due anni a Latti, sindaco di Nuragus
Condannato a Genova per reati commessi in qualità di direttore dell'Agenzia delle entrate: informazioni riservate a imprenditori caseari
GENOVA. Riconosciuto colpevole di abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, il sindaco di Nuragus Franco Latti è stato condannato a due anni di reclusione con la condizionale dal tribunale di Genova. La vicenda, che risale al 2008, non riguarda l’attività istituzionale di Latti in Sardegna ma quella di direttore generale dell’agenzia delle Entrate della Liguria. In quella veste – stando alle accuse – il dirigente avrebbe fornito informazioni fiscali riservate ad alcuni imprenditori del settore caseario, produttori di parmigiano e grana, che le avrebbero usate per la propria attività.
Lo scorso 11 giugno i pubblici ministeri Paola Calleri e Walter Cotugno avevano chiesto per Latti la condanna a tre anni. A conclusione dello stesso processo il tribunale ha condannato l'agente della Polstrada Cosimo Petone a due anni e otto mesi di reclusione e il finanziere Cosimo Pinca a due anni per aver incassato tangenti in cambio di informazioni su verifiche fiscali agli imprenditori del settore caseario Paolo e Leone Giani, già condannati con il rito abbreviato rispettivamente a tre anni e due mesi e tre anni e otto mesi. Petone e Pinca sono colpevoli di corruzione, rivelazione e utilizzo di segreti d’ufficio. Altri due imputati, Alberto Campanella e e Andrea Fasce, sono stati condannati a otto mesi il primo e a un anno il secondo: Campanella era è accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio, Fasce di favoreggiamento.
I fatti risalgono al periodo tra il 2008 e il 2009. Secondo l'accusa i due Giani, padre e figlio, titolari della ditta specializzata nel commercio di parmigiano reggiano, avrebbero eluso il fisco per milioni di euro negli anni compresi tra il 2003 e il 2007 emettendo false fatture a ditte intestate a prestanme per forniture e servizi mai avuti e contabilizzando spese mai effettuate. I soldi sottratti al fisco, secondo gli inquirenti, venivano utilizzati nell'acquisto di beni immobili e nel pagamento di tangenti a persone conniventi. Tra questi il finanziere Pinca e il poliziotto Petone, che avrebbero fornito informazioni su un'indagine in atto a carico degli imprenditori mettendoli in guardia - il finanziere non direttamente ma passando le informazioni all'amica commercialista - sull'attività di polizia giudiziaria.