Carloforte, chiusi bar e chioschi in terreni demaniali senza autorizzazioni
Ai gestori, di fatto impossibilitati a proseguire l'attività, non resta che ricorrere al Tar o al Presidente della Repubblica
CARLOFORTE. Si chiude un luglio difficile per gli esercenti carlofortini gestori di bar, ristoranti e chioschi. Tra multe e denunce all'autorità giudiziaria, a seguito di controlli di Guardia di Finanza e Nas, non sono pochi coloro che hanno avuto seri problemi per quanto riguarda la conformità alle normative in vigore, dal rispetto delle autorizzazioni necessarie alle modalità di conservazione e somministrazione di alimenti.
Gli ultimi a farne le spese, come recitano due ordinanze comunali, sono il chiosco sito all'ingresso della spiaggia alla Caletta ed il famoso ristorante “Da Nicolo”, per quanto attiene il grande gazebo esterno posto tra il ristorante ed il lungomare. In entrambi i casi, a seguito di controlli svolti con le autorità demaniali regionali competenti, mancando le concessioni in corso di validità per poter esercitare il servizio, il responsabile dell'area urbanistica comunale ha ordinato la rimozione completa delle strutture ed il ripristino dei luoghi. Ai gestori, di fatto impossibilitati a proseguire l'attività, non resta che ricorrere al Tar o al Presidente della Repubblica, per tentare di ribaltare i dettami delle ordinanze, tenere aperto e salvare la stagione, ormai entrata nella sua fase più calda.
Ha invece riaperto al pubblico l'altro chiosco operante alla Caletta, di proprietà di un consigliere comunale, anch'esso destinatario di un provvedimento di chiusura, per mancanza di una autorizzazione relativa alla somministrazione di alimenti e bevande (la Duapp), lacuna poi colmata con ordinanza di chiusura revocata. E' invece stata eseguita quella di demolizione dell'albergo “Le Terrazze”, sito in collina con vista sul canale di San Pietro, a chiusura di una lunga vicenda giudiziaria, fatta di udienze, ricorsi e contro ricorsi, per evitare di buttar giù una struttura considerata abusiva da vari collegi giudicanti della magistratura, per cui sarebbe ancora da completare il ripristino ambientale dello stato dei luoghi. (simone repetto)