La Nuova Sardegna

Cagliari

Isili in piazza per difendere l'ospedale San Giuseppe Calasanzio

Gian Carlo Bulla
Isili in piazza per difendere l'ospedale San Giuseppe Calasanzio

Sindaci e rappresentanti di associazioni schierati per il no al piano di riordino elaborato dalla giunta regionale

27 giugno 2016
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ISILI. Oltre mille persone hanno partecipato a Isili alla manifestazione organizzata dal comitato spontaneo “Sanità bene comune" per la salvaguardia della sanità pubblica territoriale e del diritto di accesso dei cittadini alle cure fondamentali. I

In prima fila oltre ai componenti il comitato organizzatore i sindaci di tutti i comuni del Sarcidano Barbagia di Seulo, con la fascia tricolore, i consiglieri regionali Eugenio Lai e Giovanni Battista Tatti, e a seguire sindacalisti, volontari, dipendenti dell’ospedale e cittadini comuni. I componenti del comitato Paola Atzeni e Luigi Pisci hanno illustrato i motivi della manifestazione.

Sono poi intervenuti il nuovo sindaco di Isili Luca Pilia, Nono Frongia (Avis) e Ivano Argiolas (dializzati). I manifestanti hanno chiesto in particolare la riapertura in tempi certi e celeri delle sale operatorie chiuse senza alcun preavviso il 16 marzo 2016 e del reparto di chirurgia di urgenza h 24 dell’ospedale San Giuseppe Calasanzio, la stabilizzazione del personale, la valorizzazione delle professionalità, il ritiro integrale dell’attuale piano di riordino della rete ospedaliera, la cui approvazione causerebbe l’emorragia di diversi servizi, e la creazione di un distretto autonomo del Sarcidano Barbagia di Seulo.

“Vogliamo invertire l’attuale tendenza al ribasso del sistema sanitario - hanno sottolineato sia il sindaco Pilia che le altre quattro persone che hanno preso la parola - e ci batteremo per garantire, a chi vive in un territorio periferico come il nostro, la possibilità di accedere alla diagnosi, alle cure, ai servizi, alla qualità della vita. Difenderemo con tutte le nostre forze questi imprescindibili valori universali dall’incomprensibile aggressione, dall’indifferenza, di governanti distanti, sordi, disattenti".

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