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Cagliari

Cagliari, a scuola di legalità contro le mafie: parla il giudice Piergiorgio Morosini

Il magistrato del Csm Piergiorgio Morosini
Il magistrato del Csm Piergiorgio Morosini

Nuovo appuntamento per gli studenti del liceo Dettori col progetto educativo avviato dall'insegnante Donatella Nardi con la collaborazione delle colleghe Serena Rosa, Cinzia Runchina, Luisa Mereu e Letizia Fassò

28 ottobre 2016
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CAGLIARI. Domani 29 ottobre 2016 Piergiorgio Morosini, ora magistrato del Csm, in passato gup nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia seguita alle stragi in cui morirono i giudici siciliani Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sarà a Cagliari per parlare agli studenti del liceo Dettori dei giovani che nascono e crescono nei contesti di mafia. Si tratta di un nuovo appuntamento del progetto “A scuola di legalità contro le mafie” avviato negli anni scorsi al Dettori sotto il coordinamento della docente Donatella Nardi e cresciuto nel tempo grazie all’apporto delle insegnanti Serena Rosa, Cinzia Runchina, Luisa Mereu, Letizia Fassò.

«Borsellino ripeteva spesso che la scuola è crocevia fondamentale per l’educazione alla legalità - spiega Donatella Nardi che insegna Italiano, Latino, Greco e Geostoria nel biennio - in questo progetto ho coinvolto persone che hanno una storia nella lotta alle mafie: si promuove l’educazione alla legalità passando dalla conoscenza del fenomeno attraverso i protagonisti».

L’anno scorso, in occasione della conferenza di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo e fondatore del Movimento delle Agende Rosse (dall’agenda rossa di Paolo Borsellino zeppa di appunti del magistrato, mai ritrovata dopo la sua morte) al progetto furono invitate anche altre scuole (il liceo Siotto, la scuola media Alfieri e quella di via Koch, l’istituto Eleonora d’Arborea). Alla Fiera di Cagliari si radunarono 700 studenti che, in un raccoglimento assoluto, scoprirono la tragedia mafiosa attraverso l’efficace e dolorosa testimonianza di Borsellino e il puntuale inquadramento storico-giudirico del ricercatore universitario Carlo Dore (coordinava il dibattito Giorgia Oppo, responsabile del Movimento Agende Rosse in Sardegna, intitolato a Emanuela Loi una degli agenti di scorta di Borsellino morta nell'attentato).

Altri protagonisti della lotta alle mafie testimonieranno nel proseguimento del progetto. «Noi che lavoriamo nel triennio - spiega Letizia Fassò docente di Storia e Filosofia - abbiamo urgenza di aiutare gli studenti a crearsi una coscienza civile, questi sono gli anni in cui i ragazzi diventano cittadini che votano, il nostro compito è consegnare loro strumenti di interpretazione della realtà». «Dobbiamo far acquisire ai ragazzi il senso del diritto - spiega Luisa Mereu docente di Storia e Filosofia - devono comprendere cosa sia la giustizia devono diventare consapevoli dei diritti propri e altrui, perché siano cittadini attivi e non sudditi. Col Tribunale per i minori, abbiamo svolto un progetto parallelo sul diritto che i bambini e gli adolescenti hanno di crescere in contesti dove è consentito loro di studiare e di progettare liberamente il proprio futuro. Non potevamo che aderire al progetto sulla legalità contro le mafie, perché mafia, camorra, ’ndrangheta tutto fanno tranne che riconoscere il diritto alla crescita dei ragazzi».

Conoscere le mafie significa svelare «la mentalità e l’atteggiamento omertoso che le alimenta - spiega Cinzia Runchina docente di Latino e Greco nel triennio - e che svuotano della loro forza le leggi e le azioni proprie della legalità. I ragazzi - conclude Runchina - sono la società. La formazione della loro consapevolezza civile è lo scopo di questo progetto».

Per la conferenza di Morosini gli studenti del liceo Dettori domani saranno ospitati nell’aula magna dell’istituto Eleonora d’Arborea

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