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Cagliari

Salta il trasferimento in Sardegna di un bimbo malato: accuse del Garante della Calabria

Salta il trasferimento in Sardegna di un bimbo malato: accuse del Garante della Calabria

Il piccolo aspetta da mesi di poter raggiungere la famiglia di Cagliari cui è stato affidato

13 giugno 2018
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CAGLIARI. È saltato il trasferimento dal policlinico di Messina all'ospedale di Cagliari di Moise, il bambino di due anni e mezzo nato a Polistema ed affetto da una patologia che lo costringe al ricovero da quando è nato. Lo rende noto il garante per l'Infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, che da giorni si batte per riuscire a fare trasferire il piccolo.

«Era tutto predisposto, fino a ieri nel tardo pomeriggio - afferma Marziale - affinché dall'aeroporto di Catania un'aeroambulanza privata partisse alla volta di Cagliari per consegnare Moise all'ospedale del capoluogo sardo e, nei prossimi giorni, farlo giungere alla famiglia-comunità cui è stato dato in affido. Purtroppo, non è andata così». «Nelle ultime ore - spiega Marziale - è sopraggiunto uno shock settico e il Policlinico di Messina autorizzava la 'trasferibilità' del bambino, ma non la 'dimissibilitá', per cui il tutto è stato annullato».

«Il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria - afferma il garante - l'ha dato in affido a due coniugi cagliaritani della Comunità 'Papa Giovanni XXIIÌ in quanto la famiglia biologica versa in serie difficoltà socio-economiche. L'ultimo provvedimento dei magistrati risale al dicembre del 2017, ma per una serie di incomprensibili quanto inaccettabili cavilli, il piccolo è ancora in ospedale. La storia di Moise è, al netto delle constatazioni medico-diagnostiche, da considerarsi uno scandalo per i colpevoli ritardi che andranno certamente appurati dalle istituzioni competenti. Il bambino è gravemente malato, il trasferimento in famiglia affidataria è volto ad agevolare stimoli culturali ed ambientali, se non altro per garantirgli una qualità di vita migliore. Non si capisce perché tanta lentezza e macchinosità. Non si capisce perché i presidi medico-sanitari siano stati consegnati ai genitori affidatari del piccolo, nel frattempo giunti a Messina, soltanto a fine maggio di quest'anno e collaudati il 7 giugno. Non si capisce perché debba intervenire il Garante a sostenere compiti e oneri spettanti a ben altre amministrazioni. Non si capiscono tante altre cose che renderò note in questi giorni dopo aver relazionato all'autorità giudiziaria».

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