La Nuova Sardegna

Cagliari

Sestu, imprenditore agricolo sfruttava extracomunitari: arrestato

Sestu, imprenditore agricolo sfruttava extracomunitari: arrestato

L'uomo è accusato di sfruttamento del lavoro, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di pratica di lavoro irregolare

29 aprile 2022
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SESTU. Avrebbe sfruttato gli extracomunitari facendoli lavorare in nero nei suoi campi di ortaggi e con paghe da fame. Un imprenditore agricolo di Sestu, Daniele Porcu, di 59 anni, è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Sestu, della Compagnia di Quartu e da quelli del Nucleo ispettorato del lavoro di Cagliari. Il gip del tribunale di Cagliari Alessandra Angioni ha convalidato l’arresto e rinviato il processo al 9 maggio prossimo per i termini a difesa chiesti dall’avvocato difensore. Dovrà pagare anche una multa di 80 mila euro. Intanto l’indagato, che si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice, è stato rimesso in libertà. In sede processuale dovrà rispondere di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di pratica di lavoro irregolare. I carabinieri della Compagnia di Quartu e della stazione di Sestu, diretti dal capitano Michele Cerri e dal tenente Pietro Lucania, seguendo il filone dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato, avevano puntato le loro attenzioni sull’imprenditore agricolo di Sestu, nella cui azienda era un continuo alternarsi di lavoratori extracomunitari del Ghana, del Mali e del Senegal.

L’altra mattina hanno effettuato un blitz nell’azienda di Daniele Porcu, in località “Sa Mandara”, nelle campagne fra Sestu, Serdiana e Settimo San Pietro, trovando in azienda otto lavoratori in nero. Erano tutti con il permesso di soggiorno scaduto, privi di contratto lavorativo e con una retribuzione inferiore ai minimi parametri contrattuali. Alcuni di loro vivevano nell’azienda in condizioni disumani, alloggiati in un unico locale fatiscente e privo delle più ele-mentari condizioni igieniche e sanitarie. Gli extracomunitari venivano presi al lavoro con un ricambio continuo, di modo che nessuno rimanesse lì per più di una decina di giorni. Poi tornavano nella rotazione fra extracomunitari e riprendevano a lavorare, ma sempre in nero.(l.on)

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