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Violento temporale nel Goceano, danni ingenti in particolare a Bono e Anela
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Cagliari C’è un legame stretto fra Sant’Efisio e la Sardegna. Non solo perché il santo martire è patrono dell’isola, ma soprattutto perché la processione del primo maggio, il pellegrinaggio sino a Nora, il ritorno il 4 maggio nella chiesetta di Stampace, contribuiscono a riunire intorno al simulacro un’intera comunità. Un rito che ha attraversato i secoli, arrivando alla 367a volta, e che vedrà sfilare oltre 3mila devoti a precedere Sant’Efisio e il suo cocchio dorato. Costumi che arrivano da ogni angolo dell’isola in una rappresentazione fedele della tradizione oltre che della devozione isolana. Un susseguirsi di volti, colori, suoni, immagini che lasciano sempre a bocca aperta i turisti che arrivano ogni anno a seguire la processione più lunga d’Europa ma anche i cagliaritani che continuano a non mancare all’appuntamento. Il primo atto della Festa sarà suggellato davanti al Municipio, con il saluto del sindaco e con il suono delle sirene delle navi ormeggiate al porto di Cagliari. Poi inizierà il lungo cammino in cui il Santo, lasciata l’immensa platea che lo ammira nel percorso cagliaritano, viene sempre accompagnato dai fedeli, tanti, perché il simulacro deve avere il seguito che merita. E allora ecco i passaggi a Giorgino, quindi le tappe a Su Loi, Capoterra e Sarroch, e ancora Villa San Pietro, Pula e Nora. Infine il ritorno emozionante del 4 sera, quando il voto verrà sciolto con il classico saluto finale: “Attrus annus mellus”.