Morta per intossicazione da botulino, autopsia per Valeria Sollai
Il figlio della 62enne aveva lanciato l’allarme sui social subito dopo il ricovero della madre
Monserrato È stata disposta l'autopsia per chiarire nel dettaglio le cause del decesso di Valeria Sollai, la 62enne morta nella notte del 18 agosto al policlinico di Monserrato, per avvelenamento da botulino dopo quasi venti giorni di ricovero. Il magistrato di turno ha disposto il sequestro della salma, che verrà sottoposta agli accertamenti medico-legali. Sollai è la seconda vittima del botulino in Sardegna: la prima, la 38enne Roberta Pitzalis, era morta anche per polmonite emorragica dovuta all'intubazione effettuata in ospedale per permetterle di respirare. Entrambe, così come i quattro dimessi e i due ragazzi di 14 e 11 anni ancora ricoverati, avevano mangiato salsa guacamole alla Fiesta Latina di Monserrato.
Il figlio di Valeria Sollai, aveva lanciato l'allarme sui social subito dopo il ricovero della madre. Ecco il testo che Alessandro Aru aveva postato lo scorso 31 luglio, per cercare di contenere la diffusione del batterio killer mettendo in guardia amici e conoscenti dal rischio che si è poi trasformato in tragedia familiare. «Dopo vari accertamenti si è scoperto che tutti questi pazienti sono andati alla stessa sagra, hanno mangiato lo stesso cibo contaminato. La bancarella in questione è già arrivata in Ogliastra. Il cibo ingerito conteneva il clostridium botulinum che è un batterio molto pericoloso che produce una tossina che se non bloccata dal farmaco apposito causa una paralisi flaccida rapidamente progressiva che può provocare la morte. Si consiglia vivamente di non mangiare nessun cibo venduto nelle bancarelle nelle prossime settimane». Dopo aver elencato i vari sintomi del contagio, dalla visione doppia alle alterazioni della coscienza fino a mal di testa e difficoltà a deglutire e parlare, Alessandro Aru aveva invitato tutti a spargere la voce e ad andare al pronto soccorso al comparire dei primi segnali. Purtroppo, per sua madre non c' stato nulla da fare. Nessuno si aspettava un epilogo così drammatico. Anzi, sembrava che la donna, da subito fra le più gravi, stesse migliorando, tanto che si iniziava a pensare alla riabilitazione.