La Nuova Sardegna

Nuoro

Gli astronauti trovano nelle grotte una nuova forma di vita

Gli astronauti trovano nelle grotte una nuova forma di vita

E’ un speciale tipo di porcellino di terra, lungo 8 millimetri. La ricerca è stata condotta dall’Esa

23 novembre 2012
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NUORO. Gli astronauti impegnati nel corso di addestramento in grotta “Esa Caves” dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) hanno scoperto in Sardegna una nuova forma di vita, uno speciale tipo di “onisco” o porcellino di terra. Lunghi soltanto otto millimetri questi animali appartengono al sottordine degli isopodi terrestri, comunemente noti come porcellini di terra, o onischi. Molti crostacei come granchi, gamberetti e aragoste, vivono in acqua mentre i porcellini di terra sono il solo gruppo che si è adattato completamente alla vita fuori dall’acqua. «Questa scoperta è importante perchè - spiega l’esperto di isopodi Stefano Taiti, del Consiglio Nazionale delle Ricerche - si pensava che i pochi onischi acquatici di cui siamo a conoscenza fossero forme primitive da cui i porcellini di terra si erano evoluti. È chiaro adesso che questi animali si sono evoluti per vivere di nuovo nell’acqua».

«Ogni anno esploriamo la zona per preparare la missione di addestramento» osserva Loredana Bessone, ideatrice del corso e responsabile del progetto Esa Caves. «Quest’anno - aggiunge - abbiamo notato, in un piccolo stagno, dei crostacei dall’aspetto interessante». Il progetto Caves ha inviato per una settimana nel sottosuolo gli astronauti provenienti dalle diverse nazioni partecipanti alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), per imparare a lavorare in un gruppo multi culturale e in condizioni estreme. Durante i sei giorni di permanenza nelle grotte della Sardegna, gli astronauti hanno condotto anche ricerche su: meteorologia, geologia e hanno catalogato la vita sotterranea. Gli astronauti hanno sistemato delle esche vicino allo stagno e in altri posti per attirare quante più forme di vita possibile. Dopo tre o quattro giorni, gli astronauti hanno scelto alcuni campioni tra le specie meno comuni e le hanno preservate nell’alcol per portarle in superficie.

«Eravamo preoccupati di non aver raccolto abbastanza vita sotterranea, così - rileva Laura Sanna, direttore scientifico delle operazioni - abbiamo chiesto agli astronauti di tornare allo stagno l’ultimo giorno e tombola!».

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