La Nuova Sardegna

Nuoro

Il sindaco Lerede ritira le dimissioni

di Lamberto Cugudda
Il sindaco Lerede ritira le dimissioni

Duro attacco ai sette dissidenti che chiedevano la testa dell’assessore Stochino, ma in Consiglio mancano i numeri

31 ottobre 2013
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Il sindaco Mimmo Lerede (Pdl), ieri sera ha ritirato le dimissioni in consiglio comunale. E ha detto: «Essendovi degli atti imprescindibili per Tortolì (vedasi anche il bilancio ndr), a breve li porterò qui in Consiglio, dove cercherò i numeri che mi mancano». In parole povere, con una abile mossa politica, di fronte a un folto pubblico, il primo cittadino, dopo avere fatto “pelo e contropelo” (con un’attenta disamina rispetto alla crisi), ai sette dissidenti, ha ribaltato le parti: un po’ come dire «se ora volete, sfiduciatemi in Consiglio su temi di vitale importanza per la nostra cittadina e assumetevene tutta la responsabilità». Ma dovranno farlo da consiglieri anche i quattro assessori che avevano rimesso le deleghe chiedendo la testa del loro collega ai Lavori pubblici, Paolo Stochino (Pdl). Infatti pressoché in apertura del suo intervento, Mimmo Lerede ha letto la nuova giunta «perché l’attività amministrativa non può fermarsi ancora». Ai Lavori pubblici resta Paolo Stochino, vice sindaco e assessore alle Attività produttive e politiche giovanili (deleghe che aveva già da consigliere) vi è Rita La Tosa (Udc), ai Servizi sociali resta Severina Mascia (Pdl), mentre tutte le deleghe dei quattro assessori dissidenti (insieme a tre consiglieri), ovvero Massimo Cannas, Nuccio meloni, Fausto Mascia e Marcello Ladu, restano al sindaco. Già da due giorni Lerede aveva confidato ai suoi più cari amici che avrebbe ritirato le dimissioni per il bene di Tortolì, che attraversa una crisi economica fortissima e necessita di risposte reali. Al termine del suo discorso, il sindaco ha atteso qualche istante che la presidente del Consiglio, Monica Fanni (del gruppo dei sette dissidenti) chiedesse se vi era qualche intervento e poi si è alzato ed è andato via, mentre nessuno ha chiesto la parola. Fra l’altro, Lerede si è detto «scandalizzato perché ho sentito dire che si vorrebbe preparare una lista di soli tortoliesi». E ha subito attaccato: «Si dovrebbe forse controllare il pedigree?Io non sono nato a Tortolì così come i miei genitori, ma ci abito da quando avevo due anni e mi sento tortoliese. Volere bene a Tortolì, non significa esserci nati, ma occorre meritarselo con l’impegno e il lavoro». Ennesimo “liscio e busso” che, alla fine della seduta gli è valso, in regalo, un libro per bambini, dal titolo «Se io fossi il sindaco», da parte delle tre consigliere di uno dei due gruppi di opposizione di centrosinistra: si tratta dell’ex sindaco Marcella Lepori, di Giovannina Busia e Monica Melis, che pur stando dall’altra parte della barricata politica, hanno apprezzato il suo intervento sulla “tortoliesità”. E infatti, come dedica hanno scritto: «Da tre tortoliesi doc». In apertura di seduta, era stata la presidente del Consiglio, Monica Fanni, a parlare del difficile momento di Tortolì: crisi economica, aeroporto chiuso, porto con linee marittime dimezzate e tanto altro. Per concludere: «Bisogna riflettere e confrontarsi». Parole che sono parse un’apertura verso il primo cittadino dimissionario. Che però, già in apertura, con poche battute, ha messo le cose in chiaro: «Nelle persone eccellenti la rabbia dura solo qualche minuto; nelle persone mediocri qualche ora: in quelle volgari qualche giorno; e in quelle malvagie tutta la vita».

Al termine della seduta, il consigliere d’opposizione Pierpaolo Cau (Psi) ha detto: «Il sindaco è stato saggio a ritirare le dimissioni per il bene di Tortolì. Mettendo in un angolo i sette “golpisti” politici in salsa tortoliese interni alla sua maggiornaza».

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