La Nuova Sardegna

Nuoro

Schianto mortale contro il pullman, condannato l’autista

di Valeria Gianoglio

Inflitti un anno e quattro mesi al conducente del mezzo L’avvocato Sannio: «La corsia opposta invasa per un metro»

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NUORO. «Un anno e quattro mesi di pena», pronuncia, poco dopo le due di ieri pomeriggio, il giudice monocratico Antonio Luigi Demuro, leggendo il dispositivo della sentenza che condanna per omicidio colposo Yuri Farris, di Sadali, conducente di pullman. E per i parenti di Domenico Erre – il giovane orunese di 18 anni, ucciso il 31 maggio 2007 in sella alla sua moto dopo lo schianto con un pullman – dopo sette anni arriva un po’ di giustizia. Ci sono voluti sette anni, dunque, tra indagini, perizie, accertamenti, e snervanti rinvii del processo, per vedere la fine della prima tappa giudiziaria di questa vicenda così dolorosa.

«Un dato certo – esordisce il pm Laura Taddei – è la condotta colposa del conducente del pullman Farris che nell’affrontare una curva ha invaso la corsia opposta, quando il ciclomotore stava sopraggiungendo. L’impatto, è avvenuto nella corsia di pertinenza del ciclomotore. Ritengo che il comportamento colposo dell’imputato abbia avuto una efficienza causale nell’evento morte. Chiedo la condanna di Farris a un anno e quattro mesi, con le attenuanti generiche».

«La prova della colpa sta scritta nell’asfalto e nessun artificio linguistico la può cambiare – esordisce, invece, l’avvocato Gianni Sannio che insieme a Tullio Moni tutela gli interessi di parte civile per i familiari di Erre – il primo dato pacifico e incontrovertibile è che la vittima, quel giorno, viaggiava sulla propria corsia di marcia, quando si verifica lo scontro mortale. Altrettanto inoppugnabile è il fatto che il pullman invada la corsia di marcia, l’autista supera la linea di mezzeria di un metro, e lo fa in una curva chiusa, a ridotta visibilità». Nella sua ricostruzione accuratissima, l’avvocato Sannio contesta anche in modo piuttosto deciso la consulenza di parte fatta dall’ingegner Stefano Ferrigno. «Ferrigno dice – spiega Sannio – che non ha elementi per stabilite la velocità del motociclo, e poi, però, stabilisce che andava a 45 km all’ora. Dà, insomma, per provato, ciò che non dovrebbe essere dimostrato: è un parologismo. L’evento-morte di verifica per l’invasione di corsia, Farris ha invaso la corsia di un metro». La difesa di Farri, rappresentata dall’avvocato Bastiano Poggiu, ha battuto molto, invece, sull’assenza di colpe da parte dell’imputato. «Il motorino – ha spiegato – è caduto prima della curva, forse perché Erre si è spaventato, ha tentato una sterzata, poi si è rovesciato sulla destra. Se anche il pullman fosse stato lontano dalla linea di mezzeria, il giovane non si sarebbe comunque potuto salvare». La difesa ha già annunciato ricorso in appello.

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