Nuoro, in municipio la protesta dei precari
Chiedono la stabilizzazione dopo anni di lavoro, atteso un nuovo confronto con il sindaco Sandro Bianchi
NUORO. I lavoratori precari del Comune manifestano davanti al municipio e ribadiscono la richiesta per la stabilizzazione, dopo anni di precariato. Ieri l’assemblea, promossa dalla Cisl e Uil del settore funzione pubblica. L’obiettivo era di incontrare il sindaco Alessandro Bianchi, per domandare certezze sul loro futuro. Confronto non accordato durante l’assemblea, ma spostato a questo pomeriggio.
I lavoratori interessati sono 17. Per lo più si tratta di assistenti sociali ed educatori, che operano nei vari ambiti d’intervento a vantaggio delle categorie deboli, e in particolare dei ragazzi. Un lavoro instabile e ora anche ridotto dalle 36 ore settimanali degli anni scorsi alle 18 attuali. Per questo ieri davanti al Comune c’erano anche i genitori dei ragazzi che vengono seguiti dagli operatori part-time.
Si è trattato dell’ennesimo incontro di una serie che dura da anni, considerato che alcuni dei manifestanti hanno avuto i primi contratti di lavoro dal Comune nel 1994. La richiesta di avere una collocazione chiara e garantita oggi fa leva soprattutto sulla legge di Stabilità del governo, quella del 2014, che ha previsto l’utilizzo di almeno il 50 per cento delle risorse degli enti locali per stabilizzare i lavoratori precari, e la restante parte per i concorsi aperti. Una norma non recepita dall’ente di via Dante. Lo denuncia Luciano Boi, della Cisl-Funzione pubblica: «Qui si è in ritardo di anni e ancora si tergiversa.
Delle due nuove opportunità, la prima dell’assunzione automatica e, l’altra, del concorso per chi ha 36 mesi di lavoro negli ultimi 5 anni, il Comune ha scelto la seconda. Ma, tolti alcuni adempimenti preliminari, ancora non si vede il bando di concorso». Disappunto cresciuto per via del mancato incontro con il sindaco Bianchi, durante l’assemblea: «Non è vero che mancava la richiesta. C’era la comunicazione dell’assemblea, che non poteva non sfociare in un confronto con l’amministrazione civica, considerato che essa deve indicare le soluzioni concrete per risolvere il problema dell’instabilità occupazionale degli operatori», aggiunge Boi.
La collega della Uil, Raffaella Murgia, appare più possibilista: «La manifestazione è andata bene, anche per la solidarietà dimostrata dai colleghi che un contratto ce l’hanno stabile e a tempo pieno. Questa sera porteremo all’amministrazione civica il parere “pro-veritate” dei legali dei sindacati Cisl e Uil rispetto alla legge 125 del 2013, dove è indicata la stabilizzazione a domanda dell’interessato».
L’altra richiesta sarà quella della modifica del regolamento dei concorsi nella parte che riguarda l’inserimento in forma stabile di chi sinora ha operato con contratti a termine, per lo più conclusi con durata da uno a tre anni. La selezione riservata a chi ha almeno 36 mesi di lavoro nell’ente sarebbe già un elemento di garanzia per i precari. Senza tuttavia nessuna chiusura a chi quello stesso tempo minimo di anzianità l’ha maturato in altri uffici dell’amministrazione pubblica. La richiesta è di fare in fretta, senza pensare di impegnare l’ulteriore proroga di due anni data dallo Stato, sino al 2018, contenuta nell’ultima legge di Stabilità. I tempi infatti stringono per i lavoratori, ma anche per gli enti pubblici. L’anno passato è arrivata la sentenza della Corte di giustizia europea che ha condannato l’Italia per il fatto di perseverare con i contratti a termine nella pubblica amministrazione.
Ancora Raffaella Murgia: «Diversi tribunali della Penisola hanno dato ragione alla richiesta di stabilizzazione dei lavoratori. Anche qui dunque potrebbero partire i contenziosi, con sanzioni e la richiesta di indennizzi da parte degli interessati. Procedure che invece verrebbero bloccate da subito se il Comune dà corso all’assunzione a tempo indeterminato».