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Saipem, la Cgil si appella a Pigliaru

di Lamberto Cugudda
Saipem, la Cgil si appella a Pigliaru

Chiesto l’intervento della Regione per salvaguardare l’Intermare

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ARBATAX. Così come comparso ieri sulla Nuova, nella nottata fra mercoledì e ieri, si è iniziato a registrare il “divorzio” di Eni da Saipem. Che avrà ripercussioni anche sul cantiere Saipem di Arbatax, Intermare fabrication yard. Il Cane a Sei Zampe ha ceduto a Fsi (Fondo strategico italiano), che fa capo alla Cassa depositi e prestiti, il 12,5 per cento del capitale azionario della sua controllata. E ieri, Piazza Affari, alla Borsa di Milano, strappo per la Società anonima italiana perforazioni e montaggi (Saipem) con un +10,89 per cento dopo l'annuncio che il Fondo strategico italiano rileverà il 12,5 per cento del suo capitale dall'Eni. L’investimento va a integrare e rafforzare l’attuale portafoglio di Fsi, che già include, nel settore della meccanica per l’energia, gli investimenti in Ansaldo Energia, Valvitalia e Trevifin. A luglio, Saipem annunciò che nell’arco di un triennio.taglierà 8800 persone. Ma l’intervento del gruppo che fa capo al Tesoro (e che, comunque, occorre ricordare che gestisce anche il risparmio postale degli italiani) non viene visto di buon occhio da Giacomo Pani, segretario generale Cgil Ogliastra: «Come ho già dichiarato ieri alla Nuova, è veramente preoccupante questo divorzio di Eni da Saipem. E questo anche per Intermare fabrication yard, unica realtà industriale in Ogliastra. Serve una maggiore attenzione da parte della giunta regionale. Chiediamo che il presidente Pigliaru e l’assessore all’Industria si facciano sentire». L’unico consigliere regionale ogliastrino, Franco Sabatini (Pd), ha affermato: «È molto preoccupante quanto Eni sta facendo. Anche rispetto a questo 12,5 per cento del suo capitale in Saipem ceduto al Fondo che fa capo alla cassa depositi e prestiti. Eni sta dismettendo in tutta la Sardegna. La giunta, nei mesi scorsi, ha più volte cercato il dialogo».

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