La Nuova Sardegna

Nuoro

Caccia grossa, appello per un ricorso al Tar

Parte da Lodè la rivolta delle doppiette contrarie al giovedì introdotto nel calendario venatorio

23 novembre 2015
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Cacciatori contro. Pronti a dare battaglia legale pur di fermare la caccia grossa di giovedì appena introdotta nel calendario venatorio regionale. «Riuniamoci e formiamo un Comitato per presentare subito ricorso al Tar» è l’appello che lancia Evandro Cara, cacciatore della storica compagnia Conch’e cane, ma anche cassiere e portavoce della riserva autogestita in su cumonale ai piedi del Montalbo. Un appello lanciato ai suoi compaesani ma anche ai cacciatori di tutta la Baronia e del resto dell’isola. «È una vergogna cambiare le carte in tavolo quando il gioco è già iniziato» incalza.

«In pratica, con l’ultima modifica al calendario venatorio 2015-2016 hanno legalizzato il bracconaggio delle giornate di giovedì» attacca a muso duro Tonino Sanna, presidente della riserva autogestita su Narvone. «Nel nostro territorio – si legge in un documento di protesta stilato in chiusura di una riunione del direttivo e sentiti i capi caccia delle compagnie lodeine – c’è un eccessivo impoverimento della selvaggina, ogni compagnia ha i propri tracciatori che durante la settimana si impegnano a individuare i cinghiali presenti nelle zone di caccia, quindi se si caccia il giovedì vengono disturbati e allontanati, penalizzando così chi caccia la domenica». «Così le giornate previste sono esattamente il doppio di quelle programmate all’apertura della stagione» spiega ancora Evandro Cara. Imbufalito contro i poteri forti di Cagliari ma disgustato dalle associazioni ambientaliste che non hanno detto una sola parola sul caso. «Dato che siamo in periodo di crisi – prosegue Tonino Sanna –, guardiamo la caccia anche dal lato economico: oltre alle spese fisse da sostenere per regolarizzare il porto d’arma, ora si aggiungono le quote che ogni cacciatore sostiene nella propria compagnia, quindi se raddoppiano le giornate di caccia, automaticamente raddoppia anche la spesa». Da qui l’appello comune: «È intendimento di tutte le compagnie di caccia grossa lodeine di istituire dei presidi organizzati per salvaguardare il nostro territorio per evitare che nessuna compagnia, anche di provenienza di altri paesi limitrofi possano esercitare la caccia di giovedì nel nostro territorio. Ci batteremo con ogni mezzo e con tutte le forze» assicurano i cacciatori di Lodè. (l.p.)

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