La Nuova Sardegna

Nuoro

QUANDO IL TEATRO DIVENTA ANCHE TERAPIA

Storia di Elias, il palcoscenico per superare le barriere dell’autismo

di Pietro Rudellat
Storia di Elias, il palcoscenico per superare le barriere dell’autismo

NUORO. Si è celebrata il 2 aprile la Giornata mondiale dell'autismo, a distanza di pochi giorni le cronache hanno riportato le notizie di bambini autistici esclusi dalle gite scolastiche. Una...

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NUORO. Si è celebrata il 2 aprile la Giornata mondiale dell'autismo, a distanza di pochi giorni le cronache hanno riportato le notizie di bambini autistici esclusi dalle gite scolastiche. Una dimenticanza, per non dire una discriminazione assurda. Ma non sempre è così perché a Nuoro si vive una realtà differente con Elias, un ragazzo autistico, coinvolto nei lavori teatrali della compagnia “Casateatro” di Alessandro Arrabito. L’ultima occasione: il tour della «Madre dell'ucciso» sulla vita e l’opera di Francesco Ciusa e che ha toccato piazze importanti quali La Spezia, Sarzana, Pisa, Firenze, Livorno e Roma.

«Elias è uno di noi e fa parte della compagnia fin dalla fondazione – dice il regista – e rappresenta una straordinaria risorsa. Conoscerlo per me è stata una esperienza indimenticabile. La sua prima apparizione teatrale, nell’Odissea, dove interpretava uno dei marinai di Ulisse. Elias possiede una memoria fantastica, figuratevi che conosce tutte le capitali del mondo e in pratica è lui il suggeritore del gruppo, perché conosce perfettamente tutte le parti».

Da anni, “Casateatro” svolge la sua attività con ragazzi speciali. «Noi li chiamiamo ragazzi maggiormente abili – aggiunge Arrabito – proprio perché hanno delle qualità diverse dagli altri. Nella nostra società si usa il termine disabile perché spesso non riusciamo ad ammettere che alcune loro doti noi non le possediamo. Elias possiede una spiccata dote: la spontaneità, che è fondamentale nella recitazione ed è giusto usare il suo talento. I nostri non sono laboratori di terapia espressiva, ma di arte. Elias, per il teatro, è un ragazzo maggiormente abile e come tale ci regala emozioni e sensazioni che da soli non avremmo mai trovato. Sono quelle magie che nascono dal fatto che nessuno di noi pensa che Elias sia un ragazzo autistico, ma che sia uno di noi. Non mi stancherò mai di ringraziare Alessandro Arrabito e tutti i componenti di “Casateatro” – dice la madre di Elias – perché grazie alle loro attenzioni il mio ragazzo ha saputo integrarsi. La socializzazione è una forma importante di terapia ed Elias è riuscito a far emergere le sue qualità».

Diplomato all’Istituto d’arte, Elias ha frequentato i corsi di tessitura e architettura e, oltre al teatro, segue corsi di nuoto, fa palestra e gioca a calcetto. «Purtroppo mancano i sostegni da parte delle istituzioni – aggiunge la madre – frenate dalla burocrazia. Ma esistono persone che sanno superare i confini e vedere Elias felice è una gioia immensa – conclude commossa – ho un figlio speciale».

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