La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuoro, da riparare due strade provinciali su tre

Paolo Merlini
La Fonni Desulo
La Fonni Desulo

Non ci sono soldi né personale per la manutenzione: l’unica alternativa è ridurre i limiti di velocità a 60 o 30 km orari

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NUORO. Le strade provinciali erano uno dei vanti del Nuorese, tortuose quanto si vuole ma sicure, e capaci di unire piccoli paesi tra loro e offrire panorami mozzafiato a chi le percorreva in alternativa alle più veloci statali. Per rimetterle in sesto oggi ci vorrebbe un piano Marshall, visto lo stato di sostanziale abbandono in cui versano da almeno dieci anni. Il motivo? La manutenzione ordinaria non viene più effettuata per carenza di fondi e di personale, e dunque si ricorre agli interventi straordinari quando la situazione è disperata. L’ingegnere Gianfranco Frau, responsabile del servizio strade della Provincia, ha provato a valutare le dimensioni del fenomeno e a quantificare la somma che occorrerebbe per rimetterle in sesto. Sui mille chilometri di strade che fanno capo alla provincia di Nuoro, dice Frau, è in buono stato appena il 25-30 per cento. Un altro 50% è in condizioni critiche, mentre lo stato disastroso riguarda il rimanente 25%, cioè almeno 250 chilometri.

A passo d’uomo. Qui troviamo buche, avvallamenti, pericolo di crolli o cedimenti che in più di un caso portano alla chiusura o alla limitazione del traffico. O al declassamento, che oggi riguarda i tratti a rischio di almeno una trentina di strade: che si verifica quando la Provincia emana un’ordinanza che limita la velocità massima a 60 o 50 km orari, in qualche caso a 30. «È un segno di resa – ammette il funzionario della Provincia – ma è l’unico modo per salvaguardare l’incolumità degli automobilisti». Questi limiti di velocità da passeggiata sono spesso criticati, oltre che dagli automobilisti, dalle amministrazioni comunali, ma al momento non c’è altra soluzione: nelle casse della Provincia non ci sono soldi per la manutenzione ordinaria. È anche vero che così l’ente si tutela verso coloro che in seguito a un incidente o un danno all’auto fanno causa al gestore, appunto la Provincia. Sono più di quanto si creda (le cause pendenti sarebbero una cinquantina), ma in più di un caso sono pretestuose, e si risolvono a favore dell’ente.

Manca il personale. Oltre alla mancanza di fondi, l’altro problema riguarda il personale, cioè coloro che dovrebbero effettuare la manutenzione ordinaria: mettere il bitume nelle buche, pulire le cunette così da liberarle dalle sterpaglie e garantire lo scorrere dell’acqua durante le piogge. Vent’anni fa o poco più i cantonieri erano 147: ventun squadre da sette membri ciascuna. Oggi sono una quindicina, e molti stanno per andare in pensione. Saranno sostituiti? No, come è avvenuto nel passato recente. I motivi sono due: il primo è che i turnover sono bloccati, il secondo è che, nel tempo, le giunte in carica hanno preferito assumere lavoratori precari destinandoli però ad altri settori, strategici soprattutto per chi amministrava. I risultati di questa condotta politica che ha vuotato le casse della Provincia, provvidenzialmente commissariata da appena un anno, rendendola una delle più povere della Sardegna, si vedono in particolare nelle strade.

Le infrastrutture. Ma quanto ci vorrebbe per rendere le “provinciali” nuovamente accettabili? L’ingegner Frau lo scorso anno ha provato a fare i conti, e li ha sottoposti all’attenzione della giunta regionale in uno dei tavoli tematici per il piano di rilancio del Nuorese. Lo ha fatto pur sapendo che la sua indicazione sarebbe stata ignorata: si preferisce finanziare, per esempio, infrastrutture come la fibra ottica in aree industriali votate al declino o semideserte e si dimenticano le infrastrutture primarie, cioè le strade. Comunque vada a finire, la somma ipotizzata per mettere le strade in sicurezza è circa 70 milioni di euro, spalmati in interventi di manutenzione ordinaria per un periodo dai sette agli otto anni. Una somma rilevante per la Provincia di Nuoro, ma ben inferiore ad altre opere (come la costruzione della statale Sassari-Olbia, costo circa 300 milioni) che in questo periodo fanno parlare di sé: non solo per il ritardo dei lavori, ma anche per le tangenti che le sono ruotate intorno. Inoltre, sempre spalmati su un periodo diciamo di sette anni, 70 milioni diviso i mille km delle strade provinciali fanno 10mila euro all’anno per km. Una spesa, dicono in Provincia, tutto sommato accettabile rispetto ai costi degli interventi di manutenzione straordinaria.

Le emergenze. Insieme allo stato degli edifici scolastici, il degrado della strade provinciali è stato il primo grave problema che ha dovuto affrontare il commissario dell’ente Sabina Bullitta, che in questi mesi ha lavorato cercando tra le voci più recondite del bilancio una parte dei fondi necessari. In questo modo è riuscita a scovare circa due milioni di euro, fondi avanzati da precedenti lavori stradali attraverso il meccanismo dei ribassi o semplicemente perché i finanziamenti non erano stati utilizzati. E ha chiesto alla Regione di rimodulare il finanziamento verso le strade più dissestate, come il collegamento tra Onanì e la Bitti-Sologo, o la messa in sicurezza della Fonni-Desulo. E ancora il bivio di Silanus, o la Gadoni-Seulo. Altri fondi permetteranno di sistemare, almeno in parte, la strada provinciale 12, tra la 131 dcn, l’area industriale di Siniscola, l’Orientale sarda statale 125. Una soddisfazione per Sabina Bullitta, che ha appena lasciato la guida della Provincia per entrare a far parte dell’assessore regionale agli Enti Locali, lasciando il testimone al nuovo commissario Alessandra Pistis.

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