Nuoro, alcune giocatrici scagionano l'allenatore accusato di molestie nei confronti di un'atleta rumena
Scontro in aula tra il pm Giorgio Bocciarelli e l'avvocato difensore del coach, Francesco Lai, durante il processo a porte chiuse
NUORO. Tensione in aula tra il pm Giorgio Bocciarelli e l'avvocato Francesco Lai difensore, nel processo a porte chiuse, del coach di pallamano ddell'hac Nuorese, Roberto Deiana, 45 anni, accusato di abusi sessuali da due sue ex giocatrici: una giovane straniera e una ragazza di Sassari, minorenni all'epoca dei fatti. Una teste della difesa ha smentito la ricostruzione della ragazza romena che accusa l'allenatore su quel che sarebbe accaduto quella notte di novembre 2012 in una camera d'albergo a Teramo durante una trasferta. In quell'occasione, su cui si basa quasi tutto l'impianto accusatorio, l'atleta straniera aveva detto di essere stata molestata da Deiana.
«Non c'è stata molestia - ha detto invece la testimone -. Quella sera dopo cena siamo andate in camera del coach: aveva la porta aperta e visionava i filmati della partita, con me c'era anche la rumena. Dopo aver visto il filmato, Deiana ci ha mandato a dormire perché era tardi. Non c'è stato altro».
La ricostruzione è stata contestata dal pm e si è scontrato con il difensore del coach, che ha cercato di far rispettare la deposizione della teste. Il presidente Giorgio Cannas ha richiamato in aula l'atleta che accusa Deiana, che ha confermato la sua versione dei fatti. Altre due testimoni della difesa, giocatrici di Deiana, hanno raccontato come la ragazza romena fosse indisciplinata negli allenamenti, particolare che faceva salire spesso la tensione tra lei e il coach che poi l'ha allontanata dalla squadra.
Ascoltato anche l'ultimo teste del Pm, il fidanzato dell'atleta rumena, che ha detto di essere stato a conoscenza dei comportamenti «ambigui» di Deiana. Ha poi sottolineato di aver letto dei messaggi equivoci inviati via Facebook e sms dal coach.