I giovani scommettono sulla rinascita di Macomer
Le iniziative e le proposte saranno illustrate durante il Festival della Resilienza Il capoluogo del Marghine da vent’anni è avvitato in un percorso di decadenza
MACOMER. Macomer può avere ancora un futuro di sviluppo, ma deve guardare avanti e crederci. Se le vecchie generazioni sono ferme a rimpiangere un passato di fasti economici, i giovani passano all’azione e si preparano, con iniziative e proposte, a percorrere la strada di una nuova crescita che illustreranno durante il Festival della Resilienza in programma a Macomer tra il 27 agosto e il 3 settembre. Presenteranno iniziative e proposte, ma soprattutto avvieranno il confronto tra esperienze e conoscenze in grado di dare un contributo importante alla ripresa e al rilancio di un centro che da vent’anni si avvita in un processo di decadenza alimentato dall’immobilismo e da una visione pessimistica che inquadra la crisi di Macomer come una fatale necessità senza uscita. Sono tutti giovani e con una solida preparazione alle spalle gli organizzatori del Festival della Resilienza che indicherà percorsi diversi da quelli della rassegnazione. Il Festival è alla seconda edizione. La prima, articolata tra Bosa e Macomer, si tenne nel 2015 e fu un successo.
Il programma del nuovo appuntamento, che prenderà il via sabato e si articolerà in una fitta serie di laboratori, incontri e confronti, è stato presentato nel corso di una conferenza stampa durante la quale i promotori del progetto (Luca Pirisi, Gian Luca Atzori, Maura Fancello e Marco Serra) hanno spiegato ragioni e obiettivi dell’iniziativa. Tutto nasce dal blog ProPositivo creato dai quattro ragazzi di Macomer. ProPositivo, come ha detto Gian Luca Atzori, è poi diventato associazione e progetto, una base sulla quale costruire il nuovo sviluppo della città e del territorio. «Il Festival – ha spiegato Luca Pirisi – racconterà e metterà in relazione le realtà più virtuose e innovative per contribuire allo sviluppo». Gli ospiti e gli esperti che parteciperanno sono una cinquantina e saranno ospitati nell’ex Istituto Saveriano messo a disposizione dalla Diocesi di Alghero-Bosa.
Posto in questi termini e leggendo i titoli del programma sembrerebbe uno di quei seminari-mattone full immersion che in una settimana spiegano tutto e il contrario di tutto. Niente di tutto questo. I giovani promotori hanno “alleggerito” le attività dosando i momenti di impegno con quelli più distensivi della socializzazione e dell’incontro, che cono fondamentali per avviare incontri e aprire confronti su temi che a volte non emergono durante un dibattito. «Si inizia con Brainsurfing – ha spiegato Maura Fancello –, due giorni durante i quali esperti e ragazzi scopriranno il territorio per coglierne le problematiche e le potenzialità, ma anche per creare un legame che rimanga nel temo». Tra gli ospiti figurano Carlo Infante, fondatore di Urban Experience, Antonio Cilli, fondatore di Città.net, e Antonio Macchi, giornalista inviato di guerra. (t.g.t.)