Addio Tossilo, l’umido si converte in città
A Pratosardo apre il primo impianto di compostaggio: tratterà 10mila tonnellate all’anno e servirà anche il territorio
NUORO. Il primo camion – 13 tonnellate di umido portate da Nuoro Ambiente e ritirate nelle case della città – ha varcato l’ingresso dello stabilimento alle 9 di ieri mattina. È l’avvio in sordina del primo impianto di compostaggio made in Nuoro che il capoluogo barbaricino abbia mai visto all’interno dei suoi confini. È l’addio a Tossilo, almeno per questa frazione di rifiuti, ai 100 chilometri di strada tra andata e ritorno per portare l’umido a Macomer, ed è anche l’inizio di una nuovo capitolo per la raccolta differenziata a Nuoro città. Ma presto riguarderà anche i paesi del circondario.
Da ieri mattina, infatti, è entrato in funzione a Pratosardo l’impianto per convertire in compost l’umido ritirato a Nuoro. Due anni di lavori incorso, un ettaro di superficie ceduta dal Comune, quattro sezioni di stabilimento che corrispondono ai vari passaggi per processo di produzione del compost, l’autorizzazione per trattare ogni anno 10mila tonnellate di umido (tremila delle quali, in realtà, sono di componente “strutturante”, le restanti settemila, invece, sono di umido da raccolta differenziata). Il progetto è figlio di un idea del Consorzio industriale provinciale, finanziata dalla Regione con 3 milioni e 180mila euro, e sostenuta in modo convinto anche dal Comune di Nuoro, con l’assessorato all’Ambiente. Il direttore dei lavori è stato Renato Deriu, il collaudatore Ventura Meloni, le imprese che lo hanno realizzato sono la Ensorga di Tortona e la Ecoimpianti di Perugia.
Ci sono voluti un paio di anni di lavori e un mucchio di autorizzazioni, dunque, ma alla fine, ieri mattina, l’impianto è ufficialmente decollato con l’ingresso del primo camion di Nuoro Ambiente che ha consegnato il primo carico di umido. Il Comune di Nuoro per ora è l’unica amministrazione convenzionata con lo stabilimento. «In questa prima fase di rodaggio lavoreremo solo con Nuoro – spiega il responsabile tecnico dell’impianto, Angelo Manca, ingegnere ambientale con una ricca esperienza nel campo della trasformazione dei rifiuti – questa fase di avviamento durerà 84 giorni, ma già dopo il primo mese prenderemo contatto con altri Comuni per fare le convenzioni. Dopo tre mesi l’impianto entrerà a regime. Lo stabilimento ha l’autorizzazione per trattare 10mila tonnellate di umido all’anno. Sappiamo che Nuoro città ne fornisce più o meno 3100 ogni anno». I costi che i Comuni dovranno sostenere per consegnare la loro frazione di umido Pratosardo sono stati approvati dalla Regione: per ogni tonnellata conferita l’amministrazione civica pagherà 94 euro e 50, e ne pagherà 15 euro a tonnellata per lo strutturante. L’umido attraverserà cinque fasi di lavorazione. Prima fase: l’umido viene miscelato con lo “strutturante”, un prodotto di scarto vegetale. Seconda fase: tramite un nastro viene caricato e distribuito tra i 24 cassoni (ognuno può contenere dalle 16 alle 20 tonnellate di umido) esterni sigillati e messi in depressione, dove avviene la “biossidazione”. Questa fase dura circa quindici giorni. Terza fase: i cassoni vengono scaricati in un altro capannone e ricevono aria insufflata. Quarta fase: la maturazione del materiale sotto una tettoia. Quinta fase: la separazione del compost dagli scarti. Una volta stoccato il compost potrà essere venduto a tutti i nuoresi che si presenteranno all’impianto di Pratosardo. I costi devono ancora essere definiti con esattezza.